Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
A poca distanza da noi è stato scoperto un pianeta che ha caratteristiche molto simili a quelle della Terra e che potrebbe perciò ospitare la vita...
• Caspita! I marziani! E a che distanza?
Scusi, i marziani sarebbero gli abitanti di Marte. Questo pianeta non è mica Marte. Dica perciò, casomai, “gli extraterrestri”. Il pianeta sta a venti anni-luce e mezzo... non faccia quella faccia, quando dico che è vicino, voglio dire “vicino” in senso astronomico. “Anno-luce” è la distanza che la luce percorre in un anno. La luce è la cosa più veloce che ci sia nell’universo e va a 300 mila chilometri al secondo. In un anno ci sono 31 milioni e mezzo di secondi. Faccia un po’ il conto. Sono parecchi zeri. Del resto, gli scienziati hanno inventato questa unità di misura – l’anno-luce – proprio per non scrivere tutti quegli zeri.
• Racconti in che senso è simile alla Terra.
Intanto è fuori dal nostro sistema solare. “Sistema solare”: il sole al centro e i nove (o dieci) pianeti che gli ruotano intorno, tra cui la nostra Terra. Saprà che il Sole è una stella. Beh, come il Sole ci sono parecchi altri miliardi di stelle e quasi tutte hanno pezzi di materia che gli ruotano intorno. Molto spesso questi pezzi di materia, che quando sono abbastanza grandi noi chiamiamo “pianeti”, sono ammassi gassosi, e risultano anche o troppo freddi o troppo caldi per ospitare la vita. Questo qui di cui si parla adesso invece sarebbe fatto di roccia e avrebbe una temperatura oscillante tra zero e quaranta gradi. Ci sarebbero, in un arco di circa 24 ore, il giorno e la notte. L’anno sarebbe invece molto breve: tredici giorni. E francamente non riesco a immaginare una vegetazione che riesce a crescere in un sistema che alterna stagioni di tre-quattro giorni. Ma gli scienziati dicono che la vita ci potrebbe essere e bisogna credergli.
• Come mai un anno così corto?
È il tempo che il pianeta impiega per fare il giro intorno al suo Sole. Non dimentichi la regola base: il pianeta ruota su se stesso e questa rotazione produce il giorno e la notte, i cui tempi sono determinati dalla durata di un giro completo su se stesso. Poi il pianeta, mentre gira su se stesso, ruota anche intorno al Sole. E il tempo di questa rotazione determina invece la durata dell’anno e delle relative stagioni, con solstizi, equinozi eccetera. Il nuovo pianeta è grande una volta e mezza la Terra e ci mette così poco a fare il giro perché sta molto vicino al suo Sole, che è poi la stella Gliese 581, una nana rossa. Descrive cioè un’orbita molto più piccola di quella che descrive la Terra intorno al Sole. Ergo, anno cortissimo.
• Se gira così vicino intorno al suo Sole come fa a non bruciarsi?
Perché Gliese 581 emette una luce 50 volte più fioca di quella del nostro Sole. E quindi Gliese 581 C (il nostro pianeta) si gode la sua temperatura mite, e la sua acqua eventuale non evapora. Il bello è che potrebbe anche essere fatto tutto d’acqua, cosa che lo renderebbe particolarmente adatto alla vita.
• Scusi, ma non l’hanno visto?
No, non l’hanno visto, l’hanno, per dir così, sentito. L’osservatorio di La Silla (Cile) registra le posizioni della stella Gliese 581 – che tra l’altro viene seguita dal 1863, dunque da parecchio tempo – e sa in che modo si sposterebbe se il suo campo non fosse turbato da nulla. Ora le oscillazioni, per dir così, improprie denunciano la presenza di qualche oggetto disturbante. E se queste oscillazioni improprie sono anche cicliche – cioè presentano delle regolarità – significa che sono provocate da oggetti dotati di una loro stabilità. Pianeti che ruotano, appunto. Intorno a Gliese ce ne sono tre e forse addirittura quattro. E le caratteristiche delle oscillazioni dicono molto anche sulla natura dei pianeti. Perciò, per quello che riguarda il pianeta C: o roccia o acqua, non certamente gas. Lo strumento con cui si fanno queste misure spettacolose (e che è capace di accorgersi – nonostante la distanza – anche di una velocità di appena 9 chilometri l’ora, quella cioè di un uomo che cammina di buon passo) si chiama Harps, sigla per High Accuracy Radial Velocity for Planetary Searcher, cioè “Misuratore di grande accuratezza della velocità radiale per la ricerca dei pianeti”. Lo scienziato che ci si diverte è svizzero e si chiama Michel Mayor. Dice che avremo la prova dell’esistenza della vita extraterrestre entro vent’anni. Lui ci crede. Ma Enrico Fermi, su questo punto, ha fatto scuola col suo celebre paradosso: «Se gli alieni esistono sul serio, dove stanno e come mai non si fanno vedere?» A questa domanda, finora, gli unici che hanno saputo dare una risposta logica al cento per cento sono quelli che dicon «Perché non esistono». [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 26/4/2007]
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