Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
L’accordo raggiunto da Lega e Movimento prevede anche il nome del capo del governo?
Il nome ci sarebbe e i due lo comunicherebbero al presidente Mattarella oggi pomeriggio. Oppure non ci sarebbe e i due andrebbero oggi pomeriggio da presidente della Repubblica per dirgli che c’è un’intesa perfetta sul programma e dunque che si proceda.
• Senza presidente del Consiglio?
No, il presidente del Consiglio ci vuole. Ma può darsi che i due, stiamo parlando naturalmente di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, vogliano confrontarsi con Sergio Mattarella prima di sparare il colpo. Se decidessero per Tizio e poi Mattarella rispondesse: «Non se ne parla nemmeno»? Nelle ultime esternazioni il presidente della Repubblica ha fatto sapere che il Prescelto non può e non deve essere un illustre sconosciuto, specialmente a livello internazionale. È bene poi che quando parla di Economia o di Politica estera sappia quello che sta dicendo. A queste esigenze del Quirinale si sommano le esigenze dei due quasi-vincitori delle elezioni. Potremmo essere smentiti oggi pomeriggio, ma da quello che s’è capito finora Di Maio ha messo il veto su Salvini e Salvini ha messo il veto su Di Maio. Quello che è andato più vicino alla gran poltrona sarebbe il leghista Giancarlo Giorgetti, scelta che sarebbe stata controbilanciata da un gran numero di ministri grillini, specie nei posti chiave. Ma su Giorgetti, paradossalmente, ha avuto dubbi lo stesso Salvini. L’uomo gli fa da spalla e da consigliere, è al suo fianco in ogni momento e viene consultato su qualunque argomento specie se di natura economico-finanziaria (è un bocconiano, commercialista di professione). È fedelissimo al capo leghista. Quindi non ci sarebbero problemi. Ma, se Giorgetti facesse il presidente del Consiglio e Salvini, come pare, il ministri dell’Interno, capiterebbe la stravaganza che nel partito Salvini starebbe sopra a Giorgetti e nel governo Giorgetti sopra a Salvini.
• Salvini potrebbe non entrare nel governo.
In questo caso non dovrebbe entrare neanche Di Maio, che invece nel governo ci vuole stare, se non proprio a Palazzo Chigi, per lo meno alla Farnesina. Garbugli non semplici da sciogliere.
• Avevo letto che per il posto di presidente del Consiglio s’era pensato a Guido Tabellini, docente di Economia politica ed ex rettore della Bocconi.
Tabellini ha detto ieri che nessuno l’ha cercato e che in ogni caso lui non sarebbe interessato. A Tabellini aveva pensato anche Sergio Mattarella all’epoca del governo neutrale. Forse i due hanno il nome, ma forse non è facile nemmeno far accettare la carica, per quanto prestigiosa, a qualcuno comunque già così importante da avere peso internazionale. L’aria infatti è che questo premier terzo sarebbe prigioniero dei due capi di Lega e Movimento e delle loro schiere di ministri, con pochissima o nulla capacità decisionale autonoma. Ci sarebbero di mezzo non solo i partiti, ma addirittura la piattaforma Rousseau e gli interessi, tutti da decifrare, di Casaleggio jr.
• Ieri in sostanza com’è andata?
C’è stata la prevista riunione delle delegazioni al Pirellone. All’uscita tutti sorridenti e rassicuranti. «Ci siamo, siamo d’accordo su tutto» eccetera. E di sicuro, se avevano delle difficoltà, non venivano a dircele a noi. Salvini se n’è andato da una porta laterale, per non correre il rischio di farsi scappar qualcosa. Di Maio, invece, fresco e sorridente, s’è lasciato intervistare, ma in precedenza aveva rinunciato a presentarsi nel salotto televisivo domenicale di Fabio Fazio. «La discussione sul contratto sta andando avanti molto bene. Ovviamente si sta scrivendo la storia quindi serve un po’ di tempo. Speriamo di chiudere il prima possibile, come vi avrà detto anche Matteo Salvini. Di nomi non abbiamo parlato. L’obiettivo prima di tutto è decidere cosa e poi chi. C’è un ottimo clima al tavolo, io ho partecipato a una parte della riunione, Si stanno affrontando dei temi importantissimi che rappresentano tutte le esigenze degli italiani e per la prima volta nella storia si porta avanti una trattativa di governo mettendo al centro i temi. E questo ci rende ancora più orgogliosi». È vero che nella riunione al Pirellone di nomi non s’è parlato, ed è ovvio: c’era, intorno al tavolo, troppa gente. Salvini e Di Maio si sono perciò incontrati nel pomeriggio nello studio di Stefano Buffagni, commercialista grillino. In questo faccia a faccia avrebbero deciso, oppure non deciso, il nome del premier. Da qui hanno telefonato a Mattarella per chiedergli un incontro oggi pomeriggio. In mattinata si vedranno di nuovo. A Salvini è stato chiesto se porteranno al Quirinale una rosa di nomi. Salvini ha risposto: «Seeh, una squadra di calcio». Poi ha detto che si presenteranno con un solo nome, e sarà quello di un politico.
• Allora è Giorgetti.
Non lo sappiamo, nelle ultime ore gira anche il nome di Tremonti. Pensi piuttosto al programma e ai guai che si porterà dietro. I due sono decisi a mettere in piedi sia il reddito di cittadinanza che la flat tax. Secondo i primi calcoli fanno un centinaio di miliardi in tutto. Come crede che li troveranno?
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