Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ma lo sbarco in borsa è una svolta per il bitcoin o si rivelerà una bolla?
I bitcoin hanno fatto il loro debutto in Borsa, alla Cboe Futures Exchange di Chicago, quando in Italia scoccava la mezzanotte di domenica. Nel primo giorno le contrattazioni dei futures, partite con un valore di 15.420 dollari, sono salite di oltre il 20% e hanno chiuso in rialzo a 17.800 dollari e il traffico sulla piattaforma di Chicago è stato così intenso che per varie volte il sistema è andato in tilt. Contemporaneamente, il valore della criptovaluta ha segnato un nuovo aumento: oggi un singolo bitcoin vale 16.360 dollari.
• Argomento complicato. Bitcoin, futures, quotazioni…
Non si spaventi. I futures sono contratti in cui un compratore e un venditore si accordano sul valore futuro di una merce (come possono essere il grano o il petrolio), su uno strumento finanziario o sull’andamento di un mercato (Wall Street o Piazza Affari). Comprando un future sul bitcoin si scommette quindi sul suo rialzo o sul suo ribasso, acquistandolo oggi a un prezzo certo, per entrarne in possesso a una data prestabilita (in questo caso i futures avevano per lo più scadenza al 17 gennaio). Per il bitcoin è come debuttare nel salotto buono della finanza, dopo mesi di scetticismo da parte degli esperti per l’estrema volatilità e per la crescita straordinaria in un mercato per lo più piatto. Pensi che, da inizio 2017 quando valeva poco meno di mille dollari, si è rivalutato del 1.500% e gran parte della corsa del prezzo è avvenuta nell’ultimo mese.
• Ho capito come funzionano i futures, ma non ho ancora chiaro che cos’è il bitcoin.
Il bitcoin è una moneta virtuale nata nel 2009, la più nota e fortunata tra le molte criptovalute spuntate negli ultimi anni. Non ha un supporto fisico, cioè non ci sono banconote, e non è legalmente riconosciuta in nessuno Stato al mondo. Questo non vuol dire che le transazioni siano illegali, ma che non sono tutelate da alcuna legge. Si basano sul fatto che le persone che scambiano una merce per bitcoin riconoscano la moneta, ne accettino il valore e abbiano fiducia nella possibilità di poterla scambiare e ricevere contropartite in merci. Infatti, a differenza delle monete normali, come l’euro o il dollaro, il bitcoin non è governato da una banca centrale. Tutte le transazioni sono registrate in modo trasparente sulla Blockchain, che è una sorta di libro mastro pubblico, aperto al controllo di tutti ma protetto in modo da non poter essere modificato. Semplificando molto, il bitcoin funziona sulla base di un protocollo peer-to-peer, simile quindi ai sistemi utilizzati per esempio per scaricare e condividere i file online. La moneta viene creata attraverso un processo informatico molto lungo e complicato chiamato mining, cioè «estrazione». La rete bitcoin genera e distribuisce monete in modo casuale a intervalli regolari durante la giornata a chi ha attivo sul proprio computer il software.
• Quanti sono i bitcoin in circolazione?
Finora circa 17 milioni. E ogni dieci minuti ne vengono emessi 12,5 nuovi. È stato stabilito un tetto: quando saranno coniati 21 milioni di pezzi – presumibilmente entro il 2030 – il processo si arresterà automaticamente. Il pericolo d’inflazione della valuta è quindi minimo, perché non è previsto che possano essere effettuate nuove iniezioni di denaro da un ente come una banca centrale. Una volta che un utente è entrato in possesso di un bitcoin (tramite estrazione con il procedimento che le ho descritto, o comprando bitcoin con valute reali attraverso i cosiddetti exchange, oppure ottenendolo come pagamento per vendite o servizi) può depositarlo in un portafoglio virtuale e spenderlo sul web o nei negozi reali che accettano questo tipo di valuta. Ma la maggior parte di chi fa operazioni in bitcoin li acquista e li rivende sul mercato.
• E cosa cambia con il lancio dei futures?
Si crea la possibilità di investire indirettamente in bitcoin tramite titoli quotati sui mercati regolamentati, si può essere certi così di ottenere guadagni sul proprio conto corrente una volta venduti i titoli stessi. La prossima settimana sarà il mercato rivale del Cme a lanciare i contratti futures, mentre anche il Nasdaq starebbe preparando il lancio per la prima metà del 2018. Aumenterà il volume delle transazioni, ed entreranno in scena intermediari di peso nel sistema finanziario internazionale, come i grandi fondi. A esclusione di Goldman Sachs, le principali banche d’investimento, hanno ribadito di essere contrarie a operare su uno strumento così volatile. Interactive Brokers, società di servizi finanziari, attraverso un’inserzione sul Wall Street Journal ha messo in guardia dalla scelta di introdurre derivati su Bitcoin sulla stessa piattaforma in cui sono scambiati titoli su beni tradizionali perché non ci sono basi per valutarne il valore né una regolamentazione ad hoc. In molti denunciano il rischio di una tremenda bolla speculativa, come fu quella del Dot-com sul finire degli Anni 90.
• E se esplode la bolla che effetti avrà?
Al momento la capitalizzazione del bitcoin ammonta, più o meno, a 240 miliardi di dollari. Goldman Sachs ha stimato che tutte le azioni quotate nei vari listini del mondo valgono più o meno 80 mila miliardi di dollari. Se il prezzo del bitcoin dovesse andare a zero oggi stesso le perdite sarebbero equivalenti a un meno 0,6% delle azioni americane.
(leggi)