Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Milano perde al sorteggio la sede dell’Ema
Milano poteva diventare la sede dell’Ema e guadagnare un miliardo e 700 milioni l’anno, invece c’è stata un’estrazione a sorte ed è stata scelta la busta che conteneva la parola «Amsterdam». Quindi l’Ema andrà ad Amsterdam e Milano deve rinunciare a questo miliardo e sette.
• Ci sono parecchie domande. Che cos’è l’Ema? Perché si sarebbe dovuta trasferire a Milano? Come mai la cosa è dipesa da una specie di lancio della monetina? Come viene fuori questo miliardo e sette? Che cosa possiamo fare per recuperarlo?
L’Ema è un acronimo di European Medicines Agency, cioè Agenzia europea delle medicine, oppure, come diciamo noi, dei farmaci. Il suo compito è pronunciarsi sulle medicine che si vogliono mettere in circolazione e autorizzarne oppure no la vendita. Molto importante, quindi. Si pensò di creare un’Agenzia europea del farmaco per aggirare le varie miopie nazionali, che erano capaci di non dare l’autorizzazione alla circolazione di una certa medicina per proteggere un’altra marca, magari di qualche importanza locale, che già era sul mercato. La sede dell’Ema venne stabilita a Londra. E con questo lei avrà già capito perché doveva trasferirsi a Milano.
• La Brexit?
Già. Poiché il Regno Unito lascerà l’Unione europea, tutte le agenzie che erano ospitate da Londra dovranno traslocare. L’Agenzia del farmaco, o Ema, era parecchio appetita. Già il solo fatto che 950 dipendenti con relative famiglie si sarebbero trasferiti a Milano avrebbe significato, di consumi, un fatturato di 39 milioni l’anno. Con 600 ragazzi o bambini in età scolastica. I funzionari dell’Ema sono in genere giovani, il 43% ha tra i 30 e i 40 anni, il 22% tra i 40 e i 45, parlano le lingue, hanno cioè esperienza internazionale, e insomma solo questi elementi avrebbero rappresentato un bel miglioramento per la città. L’agenzia poi attira visitatori, perché devono rivolgersi all’Ema tutti quelli che lavorano nel settore e hanno bisogno di autorizzazioni o certificazioni. Si parla di 36 mila visitatori con il loro bagaglio di notti in hotel e pranzi al ristorante, un budget da 325 milioni di euro tra stipendi e spese e soprattutto un indotto che l’università Bocconi ha stimato in circa 1,7 miliardi di produzione aggiuntiva e 860 occupati in più all’anno.
• Quante città si sono presentate per accaparrarsi questo boccone tanto ghiotto?
Diciannove. Ognuna ha preparato un dossier. S’è visto subito che il dossier più forte era quello di Milano. Lo hanno scritto anche il Financial Times e Le Monde e i bookmaker inglesi davano Milano favorita. Del resto non è strano: nel 2015 a Milano sono stati pubblicati 11.600 report scientifici e di questi 6.200 riguardavano le scienze della vita. La metà dei farmaci sperimentali per terapie avanzate di cui l’Ema si occupa si producono a Milano. Il settore della farmaceutica italiana, che ha Milano al suo centro, ha 130 mila addetti, 30 miliardi di euro di produzione (21 miliardi di export) e 2,7 miliardi di investimenti (1,5 miliardi in Ricerca e Sviluppo e 1,2 miliardi sul lato produttivo). È la prima industria europea per crescita cumulata dell’export: dal 2010 al 2016, ha fatto registrare +52%. Ai dipendenti dell’Ema è stato chiesto in quale città avrebbero preferito trasferirsi e Milano era saldamente nel gruppo di testa.
• Stando così le cose come mai Milano ha perso?
Il buon senso avrebbe suggerito che una commissione di tecnici, magari composta da americani e cinesi (cioè neutrali), esaminati i dossier delle diciannove città assegnasse la nuova sede dell’Agenzia alla città dotata del dossier più convincente. Ma la politica non conosce queste vie dritte che al senso comune appaiono ovvie. S’è deciso dunque di procedere, dopo una prima scrematura basata sui dossier, con il sistema del voto. I rappresentanti delle 27 città avrebbero votato col sistema di dare tre punti alla loro prima preferita, due alla loro seconda preferita, e uno alla terza. Se in questa fase, una città avesse raccolto almeno 42 punti (pari a 14 consensi da 3 punti) avrebbe subito vinto la gara. Altrimenti si sarebbe votato di nuovo, avendo però a disposizione un solo punto da attribuire alla città preferita tra quelle ancora in gara. Al primo giro Milano è risultata prima con 25 punti, seguita da Amsterdam e Copenhagen con 20 punti a testa e Bratislava ultima. Nella successiva semifinale a tre, con Bratislava fuori, Milano ha avuto dodici punti e Amsterdam nove. Le due città sono andate al confronto finale e sono arrivate pari: 13 punti ciascuna, benché gli aventi diritti al voto fossero 27. Ma la Slovacchia, battuta subito Bratislava (fortemente appoggiata dai tedeschi), ha deciso di astenersi nelle tornate successive. Essendo finita in parità la finale, s’è proceduto all’estrazione a sorte. Ed è uscita Amsterdam, che oltre tutto all’inizio offrirà ai dipendenti Ema una sede provvisoria costringendoli a un doppio trasloco.
• Possibilità di rifarsi?
Sull’Ema nessuna. Sul resto delle spoglie inglesi chi sa. Il leghista Calderoli ha letteralmente mandato affanculo l’Europa. Il sindaco Sala col presidente della Regione Lombardi Maroni, più equilibrati, hanno detto: «C’è grande delusione ma anche la consapevolezza che si è fatto tutto quello che si poteva per avere un dossier di candidatura molto competitivo, lo si è visto nelle prime due votazioni. Dispiace, eravamo prontissimi». Sala ha poi parlato al consiglio comunale: «Le votazioni successive sono state figlie di accordi politici. È un’occasione importante persa, ma è stata comunque una dimostrazione della forza della nostra città».
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