Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Scippatore all’opera col figlio di 4 anni sistemato sul motorino
La maledetta legge sulla privacy ci impedisce di sapere chi sia G.L., di anni 27, e che cosa pensi la mamma del bambino di 4 anni che G.L. s’è portato in motorino lungo le strade di Volla, grosso comune di 27 mila abitanti della Napoli metropolitana...
• Che cosa ha fatto questo G.L.? I siti non ne parlano...
Bisogna andare sui siti locali, quello del Mattino o quello napoletano di corriere.it. Si vedrà questa scena: due ragazze (sono due straniere) camminano tranquillamente, ieri verso le tre e mezza del pomeriggio, per una via di Volla che è sfortunatamente deserta. Quando sono prossime alla svolta (le due figurine si stagliano in prossimità del lato di sopra del video), sbuca da dietro un tizio in motorino che ha sistemato davanti a sé, in piedi, un bambino molto piccolo. I carabinieri ci faranno poi sapere che questo bambino ha 4 anni. Il video è stato sfocato dagli stessi carabinieri per via della solita privacy, così non capiamo se il bambino grida, piange oppure fa l’ometto e resta impassibile tenendosi al manubrio della motoretta. Le due ragazze portano, ciascuna, la borsa a tracolla. Ma quella che sta dalla parte esterna, e che è chiaramente la vittima designata dello scippo, porta la sua borsa sulla spalla sinistra, cioè all’interno. Così il tizio con il bambino a bordo, per prendersi il bottino, deve fare una piccola acrobazia: dall’esterno guizzare all’interno, prendendo la ragazza di spalle e tirandole via con una tale forza la borsa che la poveretta fa quasi una capriola in aria sbattendo poi violentemente in terra, dove resta immobile.
• Morta?
No, per fortuna se la caverà in otto giorni. Lo scippatore, che non è riuscito nel suo intento, descrive un piccolo giro, si china sulla borsa, prova di nuovo strapparla alla ragazza a terra, che intanto malmena. L’altra interviene per difendere l’amica e alla fine il malvivente scappa, sempre col bambino a bordo, mentre la giovane a terra si rialza, le due si rassettano, la borsa è salva, s’accostano quindi al muro, troppo lontano dal motorino che riappare da dietro l’angolo e stavolta però deve rinunciare del tutto, le due sono fuori tiro. Con un abbastanza spericolato sorpasso a destra di un ciclista ignaro il mascalzone si dilegua.
• Quello che rende lo scippo speciale è il bambino piazzato davanti.
Si possono fare varie ipotesi. La madre aveva affidato il ragazzino al padre, che non poteva lasciarlo solo e se l’è portato, per dir così, al lavoro. Oppure: il padre voleva far vedere al ragazzino, per impressionarlo, quant’era bravo nel fare quello che ha fatto. Terza ipotesi: il padre stava mostrando al bambino come si fa uno scippo, cioè lo addestrava per le imprese future. Le baby-gang esistono e probabilmente si tirano su così.
• Sapevo che gli scippi erano in calo.
Sono in calo, e non ossessionano neanche troppo i cervelli della gente, assai più timorosa dei furti in casa, come mostrano tutte le inchieste. G.L. sta adesso in galera a Poggioreale, ma come sappiamo uscirà molto presto. Di regola poi polizia e carabinieri si occupano poco degli scippatori, perché i magistrati li impiegano su fronti completamente diversi. C’è qui un dibattito silenzioso tra i giudici e la gente qualunque. La gente qualunque è assai più spaventata dalla cosiddetta microcriminalità che dai crimini che piacciono ai palazzi di giustizia, ma i pm, del tutto autonomi, preferiscono stare addosso ai politici, che garantiscono ai magistrati di turno grossi titoli in prima pagina. Piercamillo Davigo, uno dei protagonisti di Mani Pulite, che sa di questa contraddizione, a un convegno di un anno fa s’è impegnato a dimostrare la tesi che «i reati dei colletti bianchi sono più pericolosi di quelli di strada». Lo svolgimento s’è imperniato sul caso Parmalat, al cui processo si sono presentate 45 mila parti civili. «Quanto ci vuole a commettere 45 mila scippi? E quanto denaro potrà mai avere nella sua borsetta una anziana signora? Certo assai meno dei risparmi di una vita che in migliaia avevano affidato a Tanzi». Non voglio far commenti su questo modo di ragionare che tiene in ogni caso le forze dell’ordine lontane dalla strada.
• Se non ci fossero state le telecamere...
Sì, G.L. è stato subito identificato grazie alle telecamere, strumento avversato a sua volta dai difensori più accaniti della privacy. Il Senato però, nel licenziare due mesi fa il decreto legge sulla sicurezza, ha stanziato 37 milioni in tre anni proprio per incoraggiare «i sistemi elettronici intelligenti collegati alle centrali delle forze dell’ordine». Le telecamere in funzione in Italia sono tre milioni (forse), una ogni venti abitanti, col record di Grottasecca in provincia di Cuneo che ne ha una ogni sette. La paura diffusa, di cui Davigo preferisce non prendere atto, ha portato a un incremento sensazionale dei porto d’armi: la gente pensa poco agli scippi, ma è ossessionata dai furti in casa, per affrontare i quali è pronta a sparare. I porto d’armi distribuiti nel 2015 (ultimo dato disponibile) risultano 1 milione 265 mila 484. Più duecentomila sul 2012. Avere il permesso di tenere una pistola o un fucile non è facile, così un sacco di gente si camuffa per quello che non è. Sa quanti sono gli appassionati di tiro al volo in Italia? 470 mila 821. Le sembra possibile?
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