Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Terrore a Londra davanti al Parlamento
Carnagione scura, barba nera, calvo. È l’uomo che giace a terra cadavere sul ponte di Westminster a Londra. Forse si tratta di Abu Izzadeen, nato Trevor Brooks, britannico di origine giamaicana che da 15 anni è in testa alla lista degli uomini più pericolosi del Regno Unito. Che sia o non sia Izzadeen, l’uomo in questione ha ammazzato due passanti (tra cui una donna) e ne ha feriti almeno altri dieci salendo col suo Suv sul marciapiede e travolgendo tutti. Un’altra donna, per evitarlo, s’è buttata nel Tamigi ed è stata poi ripescata, in condizioni serie, dalle forze di polizia. Alla fine l’uomo calvo con la barba ha tentato di entrare nell’aula del Parlamento e lì è stato ucciso da due agenti in borghese.
• Era solo?
Tutti pensano di sì. Ma il giornalista della Bbc Daniel Sanford ha detto di aver visto all’opera non una, ma due persone. «A bordo dell’auto che è salita sul marciapiede c’erano un uomo bianco calvo e un uomo scuro di pelle con la barbetta sul mento».
• È certo che si tratti di un atto terroristico?
Al momento non ci sono rivendicazioni, ma la polizia non ha dubbi sul fatto che si tratti di un’azione terroristica. Gli analisti riconoscono senza esitare il modo tipico di procedere raccomandato dai siti jihadisti.
• Racconti i particolari, per favore.
Erano le 14.20 (ora di Londra). Sul ponte di Westminster c’era la solita folla che viene a farsi le foto tenendo come sfondo il Big Ben. All’improvviso, dalla riva sud del Tamigi, è arrivato a velocità sostenuta un fuoristrada grigio scuro, è salito sul marciapiede, ha travolto una dozzina di passanti ed è andato a fracassarsi contro il cancello. Il tizio al volante, vestito di nero, è sceso allora dall’auto impugnando due coltelli, è corso verso l’ingresso della Camera, distante una decina di metri, e ha assalito uno dei due poliziotti di guardia, menando fendenti a tutta forza. Il poliziotto è piombato a terra in un lago di sangue. L’altro poliziotto è scappato a chiedere soccorsi, ma intanto sono arrivati due agenti in borghese che hanno preso a pistolettate l’assalitore, uccidendolo. A questo punto è sbucato dalla folla il viceministro degli Esteri, Tobias Ellwood, che ha avuto un fratello ammazzato nell’attentato a Bali del 2002 e ha servito a lungo nelle forze armate: s’è chinato sul poliziotto a terra e ha cercato di fermare con le mani il sangue che gli usciva dal corpo. Poi gli ha praticato la respirazione bocca a bocca. Solo quando è arrivata l’ambulanza s’è dato pace, s’è rialzato ed è scomparso in Parlamento. Tutti hanno visto che era lordo di sangue. I giornali londinesi stamattina lo qualificano di «eroe».
• Il primo ministro Theresa May?
Quasi contemporaneamente agli spari, la Jaguar su cui s’era rifugiata Theresa May, secondo un codice di comportamento protocollato per le emergenze, è partita sgommando dal cortile del parlamento, scortata dalle sue guardie del corpo. Destinazione: la vicina Downing Street, in cui anche un carro armato farebbe oggi fatica a passare. La strada del primo ministro, da quando il terrorismo imperversa, è stata trasformata in un bunker. Ai deputati è stato intanto ordinato di chiudersi nell’edificio e di non uscire per nessuna ragione. Il timore è che l’assalitore avesse dei complici e che questi stessero in agguato da qualche parte per colpire ancora. È stata fermata ed evacuata anche la metropolitana. La seduta in corso nell’aula dei Comuni è stata naturalmente sospesa.
• Quali elementi inducono gli analisti a ritenere che si tratti davvero di un atto terroristico?
L’auto che sale sul marciapiede per uccidere ricorda la promenade di Nizza e la strage di Natale nel mercato di Berlino. Anche i coltelli sono tipicamente jihadisti: l’arma più semplice, l’arma dell’uomo qualunque, «uccidete con quello che avete a portata di mano» raccomanda Al Baghdadi. Solo che l’attentatore, se è veramente Abu Izzadeen, non è per niente uno qualunque. Appartiene infatti al nocciolo duro del gruppo nato e cresciuto intorno alla moschea di Finsbury Park di Londra, quella a cui facevano riferimento gli attentatori del 2005: un gruppo nato all’ombra di Omar Bakri e Anjem Choudary, gli uomini che per anni hanno cantato le lodi di Al Qaeda in Europa e che oggi per questo, e per il loro successivo avvicinamento all’Isis, sono rinchiusi rispettivamente in un carcere libanese e in uno britannico. Izzadeen ha fatto da portavoce a due gruppi estremisti - Al Ghurabaa e Al Muhajiron -, ed è stato cinque anni in carcere. Uscito nel 2009 ha continuato a far propaganda all’estremismo islamico, fino ai suoi ultimi tweet di quest’estate, tutta un’esaltazione dell’Isis. Se l’uomo che è rimasto a terra sul ponte di Westminster è lui, per i servizi britannici saranno guai: sapevano chi era e l’hanno lasciato uccidere.
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