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 2017  febbraio 18 Sabato calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Sergio Mattarella
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Paolo Gentiloni
Il Ministro dell’ Interno è Marco Minniti
Il Ministro degli Affari Esteri è Angelino Alfano
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Valeria Fedeli
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Carlo Calenda
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Graziano Delrio
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Anna Finocchiaro (senza portafoglio)
Il Ministro dello Sport è Luca Lotti (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale e Mezzogiorno è Claudio De Vincenti (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Donald Trump
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Theresa May
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Bernard Cazeneuve
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Statali furbetti sanzionati

Le regole per mandar via gli statali assenteisti, o almeno alcuni degli statali assenteisti, adesso ci sono e si tratta solo di capire se e come saranno applicate e che esito avranno poi nei tribunali dove, se si darà seguito alle intenzioni della ministra Madia, si moltiplicheranno i contenziosi.  

Non è la legge di riforma della pubblica amministrazione bocciata dalla Corte costituzionale?
Sì, la Corte aveva dichiarato incostituzionali alcuni punti della legge che non prevedevano l’accordo con le Regioni. A questo si sarebbe posto rimedio. Uso il condizionale perché non si sa mai: prevedo comunque battaglie all’ultimo sangue oppure astuzie di ogni tipo per farla franca.  

Procederei con un’esposizione ordinata.
Certo. La riforma della pubblica amministrazione, o legge 124 del 7 agosto 2015, uno degli atti qualificanti del governo Renzi, era una legge delega: per farla entrare in vigore si sarebbero dovuti emanare tutta una serie di decreti delegati entro la fine di questo febbraio. Ieri il consiglio dei ministri ne ha passati altri due. Quello relativo ai cosiddetti furbetti del cartellino. E l’altro che riguarda le partecipate, cioè le società possedute, in tutto o in parte, dagli enti locali (tipo le aziende di trasporto cittadino, come l’Atac a Roma o l’Atm a Milano).  

I «furbetti del cartellino» sarebbero quelli che strusciano il badge all’ingresso, poi in qualche modo escono dall’ufficio senza lasciare tracce di alcun tipo e se ne vanno a spasso.
Sì, questa è la parte più vistosa del decreto. I furbi che si comportano così, se colti in flagrante, saranno sospesi all’istante per trenta giorni e durante quei trenta giorni si avvierà la procedura di licenziamento in tronco. Il decreto allarga la sanzione anche ai dirigenti che tollerano questo comportamento, cioè lasciano correre. Licenziabili anche loro. Ci sono però altre circostanze che possono provocare la rottura immediata del rapporto: l’assenza senza giustificazione per più giorni, il rifiuto del trasferimento, la presentazione di documenti mendaci per ottenere il posto. Gli impiegati felloni, ma non colti in flagrante, saranno sottoposti a inchiesta da chiudersi entro tre mesi (prima erano quattro) e in caso di responso infausto saranno licenziati anche loro. La Madia ha disposto anche che si inquisisca chi si assenta di venerdì o di lunedì, e che si tenga sotto controllo particolarmente stretto l’assenteismo in certi giorni chiave, per esempio quando ci sarà il prossimo G7 a Taormina (26 e 27 maggio) e all’amministrazione verrà chiesto uno sforzo notevole.  

Sui medici compiacenti che firmano certificati farlocchi?
Il controllo passa all’Inps, e sarà unificato. La Cgia di Mestre ha calcolato che gli sprechi nella pubblica amministrazione ci costano 16 miliardi l’anno. Un numero che mi sembra basso. Giarda, nei calcoli del 2012, aveva dimostrato che se la macchina dello Stato fosse amministrata secondo criteri privatistici risparmieremmo 73 miliardi l’anno. In ogni caso, non si creda che questo decreto delegato risolva il problema. C’è ancora, nel pubblico, una massa enorme di imboscati, per esempio una gran parte di quelli che ricorrono alla legge 104 per farsi dichiarare inabili a lavori che altrimenti si dovrebbero sobbarcare. Autisti che non possono guidare, netturbini che non possono spazzare, medici che non possono stare in corsia, gli ispettori dell’Ortomercato di Milano, che funziona soprattutto fra le tre e le otto del mattino, che si sono fatti dichiarare inidonei al lavoro notturno, eccetera eccetera. A questi bisogna aggiungere quelli che, sempre facendosi forti della 104, scroccano due anni di permesso retribuito. I malati esistono, naturalmente, ma qualunque statistico ha gioco facile a dimostrare che da noi sono troppi.  

E le partecipate?
Il decreto delegato relativo prescrive che entro il 30 giugno vengano poste in liquidazione le società partecipate che abbiano più amministratori che dipendenti e quelle il cui fatturato annuo è inferiore al milione di euro. Purtroppo alle Regioni, i cui politici praticano attraverso le partecipate una formidabile azione di sottogoverno, è stata concessa la facoltà di escludere dai tagli le aziende di cui siano in grado di dimostrare le «precise finalità pubbliche». Temo che «le precise finalità pubbliche» riguardino praticamente tutte. (leggi)

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