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 2018  ottobre 10 Mercoledì calendario

Centri per l’impiego, ottimismo infondato

«A causa del mal funzionamento del sistema informatico, si procederà con il rilascio della documentazione in cartaceo». L’avviso trovato dal collega del Mattino Gigi Di Fiore all’ingresso di uno dei tre centri per l’impiego («sulla carta, dovrebbero essere cinque») di Napoli la dice lunga sulle luminose prospettive della rivoluzionaria riforma della macchina burocratica dovrebbe spalancare le porte ai cinque milioni di italiani che aspettano ansiosi la distribuzione della «manna digitale». Cioè il reddito di cittadinanza. Dice il capo politico del M5S nonché vice-premier nonché ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico che, nella distribuzione dei soldi, non ci saranno furbizie o imbrogli perché tutto sarà regolato dall’intelligenza digitale: «Il reddito sarà caricato su un bancomat normale, non su una card che è umiliante, e varrà solo per acquisti di beni di prima necessità come alimentari, scuola, Università, mentre sarà disabilitato ad esempio per vacanze, palestra, giochi d’azzardo». Basterà che un furbetto infili nel carrello della spesa non solo pane, pasta, pomodori pelati, olio e sale ma anche un gratta e vinci e, par di capire, il pagamento alla cassa si bloccherà: «Non si può spendere il reddito di cittadinanza al gioco d’azzardo, alle videolottery, al poker online, perché questo per me non è giusto», ha spiegato leader grillino su Facebook. Come non essere d’accordo? L’esplosione dell’azzardo ha fatto nel nostro Paese danni pesanti. Aggravati dalla piaga dell’usura. L’incontenibile fiducia grillina in una società riordinata da regole elettroniche, però, è forse esagerata.
Basti riprendere la lettura del reportage di Di Fiore: «Due uscieri, forniti di moduli in bianco, spiegano le procedure da seguire. Una quindicina di persone sono in attesa, ma all’ ingresso, sul foglio prenotazione, erano segnati a penna 104 nomi». A penna. Dati alla mano, del resto, spiegava giorni fa lo stesso quotidiano partenopeo, «al Sud la mancanza di dotazioni informatiche è in media al 70% mentre nel Nord si ferma al 40%; nel Mezzogiorno la media di potenziali visitatori dei centri è di 922 persone per ogni addetto contro le 801 della media nazionale». A farla corta: «A fronte delle circa 500 strutture esistenti nel nostro Paese, non si riesce ancora a superare la modestissima soglia del 3% di disoccupati avviati al lavoro...». Viva l’ottimismo, ma tutto dovrebbe funzionare entro marzo?