ItaliaOggi, 10 ottobre 2018
Diritto & Rovescio
C’è nelle sale un grande film turco. Il titolo è L’albero dei frutti selvatici. Racconta la storia della famiglia di un prof. di scuola media dell’interno montagnoso del paese. Lo fa con una spontaneità approfondita che la cinematografia italiana ha perso da tempo. Le vicende narrate sono molto simili a quelle dell’Italia appenninica degli inizi anni Sessanta. Con la differenza significativa che da noi, in quegli anni, funzionava l’ascensore sociale mentre in Turchia (come adesso in Italia) si è bloccato. Il figlio faticosamente laureato del prof. di scuola media è disoccupato. La madre e la sorella vegetano davanti alla tv. Gli iman discutono sul niente che hanno reso complesso mentre i più furbi di loro cercano di fare i soldi. La mondializzazione non si vede ma purtroppo si sente: l’Occidente non ha portato lo sviluppo ma le scommesse sui cavalli. Lo scontro fra gli islamici e gli altri altrove è soffocato fino a non esistere. Erdogan è lontano. E i più svegli si aggrappano alla zolla. Non per fare i contadini ma per ingannare il tempo facendo un pozzo alla ricerca di un’acqua che non c’è. Sublime.