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 2018  settembre 25 Martedì calendario

Deutsche bank in cerca di capitali. Allarme derivati da disinnescare

Sarà per prepararsi al takeover di Commerzbank gradito al Governo di Berlino, o sarà per chiudere anticipatamente le posizioni in derivati in perdita lasciate in eredità dalla gestione spregiudicata del precedente ceo Josef Ackermann. O sarà piuttosto per centrare i due obiettivi assieme: stando a fonti bene informate Deutsche bank ha studiato e mosso i primi passi per un’ambiziosa operazione di raccolta di capitale record. L’entità dell’aumento di capitale finale, orchestrato silenziosamente dietro le quinte, ambisce a togliere il primato all’operazione da 13 miliardi di UniCredit, usando però un meccanismo analogo; che prevede prima l’individuazione di alcuni anchor investor (nel caso di Piazza Gae Aulenti era stato ad esempio Capital Research) e poi il via alla manovra vera e propria, ovviamente a forte sconto.
Un aumento di capitale «senza rete» in questo momento per DB sarebbe impensabile, perché il mercato e gli azionisti di riferimento – da cui emerge più di un mugugno – hanno dato al nuovo ceo Christian Sewing insediatosi lo scorso aprile tra i 12 e i 18 mesi per rilanciare la banca, aumentare l’utile e la redditività e ridurre i costi. I tempi dunque non sono maturi. Ma intanto il Governo di Angela Merkel ha fretta di creare un campione tedesco nel settore bancario mondiale e in aggiunta una hard Brexit potrebbe mandare in tilt i contratti derivati OTC con compensazione e liquidazione presso la London Clearing House.
Deutsche Bank è il nome sul quale Berlino fa perno per riconquisrare posizioni al top del settore bancario mondiale e dotare il Paese di un global player: DB non solo è uscita dall’indice Eurostoxx, ma ieri Commerzbank èe Dax. E nella classifica delle più grandi banche al mondo per assets, le tedesche sono surclassate dalle francesi: un rospo che la Germania ha mandato giù finora e che non intende digerire, ma rigettare. Se Deutsche bank (21,5 miliardi di capitalizzazione) decidesse di acquisire Commerzbank (11,9 miliardi), su “suggerimento” del Governo tedesco per creare un gigante da quasi 2mila miliardi di assets, potrebbe ritrovarsi obbligata a pagare un lauto premio per contenere la perdita per lo Stato tedesco che possiede il 15% nella seconda banca privata in Germania, dopo un intervento pubblico durante la Grande Crisi. E se Deutsche bank dovesse fare un takeover su Commerzbank dopo aver chiuso l’integrazione con Deutsche Poste bank – che richiederà altri 12 mesi – un eventuale aumento di capitale dovrebbe avvenire molto prima: e senza ricorrere ad alcuna forma di aiuti di Stato, oramai fuorilegge come ricordano gli analisti di Morgan Stanley.
Le banche pubbliche, Landesbanken e Sparkassen, potrebbero però diventare un canale, una risorsa. Stando a fonti bene informate, alcune Sparkassen starebbero già vendendo titoli di Stato tedeschi (il calo dei rendimenti ha fatto salire i prezzi e quindi la convenienza a disinvestire) per acquistare i bond di DB, anche questo con l’obiettivo di rafforzare la banca. Deutsche bank ha già fatto almeno cinque aumenti di capitale dal 2008 raccogliendo in 10 anni 30 miliardi ma in quello stesso periodo il suo prezzo in Borsa è crollato da 40 euro agli attuali 10,4. Commerzbank è precipitata dai 79 euro del 2008 agli attuali a 9,4. A questo Berlino vuole metter riparo: ma dovrà fare i conti con il mercato, un’entità che i politici tedeschi troppo spesso sottovalutano.