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 2018  settembre 13 Giovedì calendario

Il mondo di Lucci, la perfidia mista a una travolgente ilarità

«A Reality Sciò, protagonisti Emilio Fede e Lele Mora, vedrete la cerimonia di chiusura definitiva dell’epoca berlusconiana e l’aprirsi, tra like, tweet e “Mi piace”, tutti sempre connessi, del grandioso e fulgido presente (del quale sono il più entusiasta dei followers!) dell’Italia, dell’Europa e del mondo dei muscoli contemporanei».
Così Enrico Lucci nel presentare la sua nuova striscia quotidiana «Reality Sciò… Siamo tutti protagonisti» (Rai2, ore 21,05). Giova ripeterlo: Enrico Lucci è uno dei pochi personaggi della tv in grado di raffigurarci un mondo. La sua televisione non è soltanto una scoperta che riguarda la persona, il suo modo di porgere, i tormentoni che lo caratterizzano. È qualcosa di più: come se le sue interviste contrassegnassero un linguaggio, come se ci spalancassero un universo tanto quotidiano, spesso triviale, quanto fantastico.
Non importa se i personaggi recitano o sono davvero così come appaiono, ma la commozione di Emilio Fede («La cosa più drammatica nella mia vita è stata non riuscire a trovare la voce, anche fisicamente, per spiegare ventiquattro anni non di bunga bunga, ma di lavoro e di Arcore») o quella di Lele Mora quando rivede la sua casa in Costa Smeralda, ora venduta all’asta, o quando si rammarica di non essere più chiamato da Berlusconi, è «pura» tv. Lucci non si erge mai a giudice ma, negli anni (meglio sul campo che in studio) ha messo a punto una straordinaria capacità di racconto, un modo di descrivere le persone fingendo di condividerne il destino, una grazia che appare ancora più seducente a dispetto dei personaggi che incontra (l’apparizione di Irene Pivetti a Porto Cervo è puro The Rocky Horror Picture Show). Ecco, Lucci ci restituisce la Costa Smeralda (intesa come parodia dei luoghi dell’anima) con travolgente ilarità mista alla percezione di una inquietante perfidia.