Il Messaggero, 14 agosto 2018
La biblioteca ritrovata delle bambole
«C’era una volta una regina che aveva una casa di bambole». Ha i toni – e l’incipit – di una favola tradizionale ma prende le mosse da una storia vera, Mistero nella casa di bambole, fiaba che Vita Sackville-West ha scritto, nel 1922, per la regina Mary, facendone un libro in un’unica copia per la biblioteca personale della sovrana. Anzi per quella della sua casa di bambole. Il volume, pubblicato per la prima volta in Italia da L’Ippocampo, con illustrazioni di Kate Baylay, all’epoca era grande all’incirca quanto un francobollo, precisamente 39 x 10 mm. Esattamente come gli altri volumi, circa 200, nella raccolta di titoli di autori noti, da Arthur Conan Doyle a Rudyard Kipling, custodita nei mini-scaffali.
La favola racconta la storia della casa e soprattutto dello spirito che la abita: un’essenza viva e modaiola, che ha attraversato il tempo e le fiabe, vantandosi di aver «incoraggiato Giacomino a scalare la pianta di fagioli», di aver «salutato Cenerentola quando la carrozza l’aveva portata al ballo» e di aver visto quando «Il Principe aveva baciato la Bella Addormentata».
FANTASIANon storie da bambina – la regina d’altronde non lo era – ma vezzi letterari che, insieme ad altri, le consentivano di parlare di moda, bellezza, fascino, perfino esotismi, rendendo possibile a quello spirito e dunque alla fantasia della sovrana impersonare più stili e dare corpo a più suggestioni. Insomma, vestire più idee di fantastico e di estetica. La stessa casa delle bambole, sin dalla sua affermazione nella Germania del XVI secolo, nel mondo adulto era entrata come passatempo e status symbol, irrinunciabile per sovrani e gran dame. La casa di bambole della regina Mary, è stata costruita in pieno stile edoardiano e dotata di tutte le modernità del tempo, con tanto di luce ed acqua corrente.
DETTAGLI
Ogni stanza è ricostruita nei dettagli, tra arredi e dipinti repliche di oggetti del Castello di Windsor, perfino una cantina di mini-bottiglie di veri vini e liquori. E, appunto, la biblioteca con micro volumi e storie speciali scritte da grandi autori J.M. Barrie, Thomas Hardy, Somerset Maugham. Tutto è studiato per riprodurre perfettamente in miniatura una casa reale, con ogni suo lusso. E per essere perfettamente abitabile. A viverci, nella storia, uno spirito curioso che viaggia nel tempo. Una figura inusitata che getta nuova e interessante luce anche sull’ideazione di Orlando di Virginia Woolf, cui Vita Sackville-West fu peraltro legata per un decennio. A progettare la casa è stato l’architetto Sir Edwin Lutyens. La costruzione ha richiesto tre anni, dalla progettazione alla realizzazione vera e propria, con tanto di impianti. Sono state oltre mille le persone coinvolte, tra artigiani e artisti. Vari i materiali, tra marmi, ori, velluti, pizzi. Non solo. A impreziosire la struttura, anche un giardino e un garage con macchine.
La casa di Bambole della regina Mary non è stata la prima, né l’ultima, ma è sicuramente una delle più famose e ricche. Il Rijskmuseum di Amsterdam ospita quella di Petronella Oortman, moglie del mercante Johannes Brandt: la donna impiegò anni per perfezionarla, commissionò lavori a più artigiani, tra ceramiche di Delft e baldacchini in seta cinese, arrivando a spendere per la residenza in miniatura tanto quanto avrebbe pagato per acquistare una casa in città. Tra i suoi pezzi più pregiati, un armadietto decorato con intarsi, opera di un ebanista francese. La casa conquistò anche la fantasia degli artisti: Jacob Appel la rappresentò su tela nel 1710.
IL COLLEZIONISTA
Decisamente più moderna quella realizzata tra 1974 e 1987 da Elaine Diehl: Astolat Dollhouse Castle. Al suo interno, un altro libro-gioiello: la più piccola Bibbia antica al mondo. Il lavoro è stato acquistato dal collezionista L. Freeman nel 1996 e poi trasferito nel Museo d’Arte della contea di Nassau. Il corredo di miniature si aggira sui trentamila pezzi, esposti diecimila alla volta. Gli arredi, realizzati coinvolgendo artigiani in tutto il mondo, spaziano tra stili differenti, dallo spagnolo all’arabesco, dal Tudor al vittoriano. Tra i modelli più interessanti, la casa-castello, ispirata a scenari fiabeschi, posseduta da Colleen Moore, star del cinema muto, alla cui costruzione hanno lavorato pure scenografi hollywoodiani.
Tra le più strutture moderne, la Kaleidoscope House, che porta le firme di Laurie Simmons e Peter Wheelwright e vede il coinvolgimento di designer come Dakota Jackson, Karim Rashid, Ron Arad. Piccole case per grandi sogni.