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 2018  agosto 10 Venerdì calendario

Se i Simpson rinunciano ad Apu per il politicamente corretto

«Non siamo esattamente sicuri di come andrà a finire, il dibattito su Apu ormai è contaminato». Matt Groening, il geniale inventore dei Simpson lascia qualche spiraglio, ma in America in molti sono sicuri che il personaggio di Apu stia per sparire dal cartone animato, fatto secco da un colpo ben assestato di politicamente corretto. Il sale della satira fa leva anche sugli stereotipi, enfatizzare fino a deformare una caratteristica per renderla universale e divertente. Apu – gestore indiano del Jet Market di Springfield aperto h 24, una moglie frutto di un matrimonio combinato e 8 gemelli, la tendenza ad alterare le date di scadenza dei prodotti, un marcato accento che tradisce le sue origini – cavalca i luoghi comuni. Ma la dottrina del politicamente corretto vuole anestetizzare le differenze e renderci tutti uguali, mirando a un mondo ideale dove però – editto dopo editto – nessuno potrà più ridere. Dimenticando la legge base della satira: un comico, tanto più un cartone animato, non deve mai essere preso sul serio e non deve diventare autorevole, e se lo diventa il problema è di chi guarda, non di chi crea. Può far ridere o non far ridere, ma non è un modello. Apu da qualche tempo è diventato il bersaglio del politicamente corretto, accusato di esser solo uno stereotipo. Intervistato dal New York Times l’autore Matt Groening ha fatto capire che l’esperienza di Apu potrebbe chiudersi con un addio senza funerale con rito indù. È stata anche l’occasione per riflettere sulla comicità ai tempi del politicamente corretto. «La gente ama fingere di essere offesa – ha detto —: c’è l’indignazione della settimana, che va e poi passa. Penso che sia dovuto ai tempi in cui viviamo: le persone si sentono così addolorate, impazzite e impotenti da scegliere le battaglie sbagliate». La storia culturale di Groening non lascia dubbi sul fatto che lui non sia razzista, il colore dei Simpson del resto non è un caso: «Il fatto che siano gialli e non del classico colore caucasico dei cartoni animati – basta pensare a quel Topolino rosa – è stato intenzionale. Certo, ci sono tanti stereotipi nel nostro show, ma questa è la natura dei cartoni».