Corriere della Sera, 10 agosto 2018
Gli altri aspiranti Pinocchio. Al casting per il nuovo film di Garrone
Un moderno «paese dei Balocchi», un negozio di giocattoli del parco divertimenti «Zoomarine», come location ideale dove scoprire il Pinocchio del nuovo millennio.
Tra peluche di foche e balene è iniziata ieri la ricerca del protagonista dell’atteso film del regista Matteo Garrone. Decine di faccette birichine hanno sfilato nell’afa del grande parco acquatico di Torvaianica, cittadina balneare a pochi chilometri da Roma. Sono previsti quattro giorni di casting nella Capitale, per individuare tra migliaia di candidati il futuro volto del burattino di legno più famoso del mondo, ritratto nel romanzo di Carlo Lorenzini, più noto con il nome di Collodi. La casa di produzione del cineasta romano, la Archimede Film, ha tappezzato attrazioni e piscine con gli avvisi dei provini. Il viso di Pinocchio saluta i bambini dal foglio colorato, l’amico Grillo Parlante gli sorride. «C’era una volta... Un re! Diranno i miei piccoli lettori. No, c’era una volta un pezzo di legno», recita l’incipit della favola che insegna ai bambini il peso delle bugie e il piccolo Francesco Verde la conosce quasi tutta a memoria. La prima audizione della sua vita è appena finita, «non la smetteva più di raccontare il libro», dice il papà Davide, per due giorni in vacanza a Roma. In pochi sanno dei provini e tentano la sorte, ma tutti conoscono la storia del burattino che voleva diventare un bambino vero.
«Mio figlio dice un sacco di bugie e ho pensato che fosse perfetto per il ruolo» scherza Tamara Quartaccio, mamma residente nella vicina Pomezia e le risate del figlio di sette anni, Andrea, non le danno torto. «Ho letto il libro tante volte, nel provino mi hanno chiesto cosa faccio nel tempo libero e io ho risposto che gioco a rugby», racconta spigliato. Più che al rischio del naso che si allunga, Rosa e Raffaele Ottaviano hanno pensato che il figlio Francesco, 11 anni, somigliasse almeno un po’ al burattino più amato dai piccoli: «Occhi scuri, faccino allegro ma da impunito insomma», confermano sorridendo. Breve e divertente per i baby attori il provino: si siedono davanti alla telecamera nel negozio di giocattoli (chiuso per l’occasione), sono un po’ intimiditi all’inizio, ma quando devono scegliere il personaggio del racconto che amano di più, è un coro di vocine unanimi: «Pinocchio!». «Mi piace perché dice le bugie» confessa Simone Passante, 7 anni, l’età minima per partecipare ai casting: massimo 12 anni, corporatura esile e anche alla prima esperienza nel cinema. «A Garrone piace il realismo, vuole cercare il suo personale Pinocchio» spiegano i ragazzi della produzione: assente il regista dei cult e pluripremiati «Gomorra» e «Dogman», che poi dovrebbe iniziare le riprese del film in autunno. Un nuovo Pinocchio, molto fedele alla favola originale un po’ horror, dopo quello firmato Roberto Benigni, datato 2002. Tra i tanti che interrompono il tuffo in piscina per portare i figli al provino c’è anche chi spera, chissà, in un colpo di fortuna. «Io voglio diventare famoso», ammette sincero Vincenzo Pisano, 8 anni, anche se è ancora incerto su quale destino gli porterà più agilmente la notorietà, il cinema o il calcio. Mamma Rosa e il papà Giuseppe, da Napoli, hanno pochi dubbi, «con quegli occhi da furbetto, è lui il Pinocchio che cercano».
C’è spazio anche per le femminucce, «magari per il ruolo della Fata Turchina» racconta speranzosa il suo provino Alice, 9 anni, la zia Silvia Zaccari l’ha accompagnata volentieri tra uno spettacolo dei delfini e un giro sul trenino a forma di squalo. Una favola unica quella di Pinocchio, universale, con una morale che i bambini non dimenticano più: «Mio figlio ha il terrore che il naso gli si allunghi, ogni volta che leggiamo il libro se lo tocca per controllare che sia tutto a posto», racconta la friulana Paola Semplice. A due metri da lei Riccardo, i suoi 5 anni di innocenza e la manina che si allunga verso il nasino.