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 2018  luglio 20 Venerdì calendario

Trovata la nave del tesoro: sotto l’Oceano Pacifico lingotti per 1.300 miliardi

Una furiosa battaglia navale, un carico d’oro segreto, una nave da guerra affondata dal suo capitano sono le tracce della caccia al tesoro nei mari dell’Estremo oriente. Il 15 luglio la prima casella della storia, che sembra un romanzo, è venuta a galla. Una squadra di super esperti coreani e canadesi ha scoperto il relitto del Dmitrii Donskoi, una nave da guerra dello Zar di tutte le Russie, che riposa negli abissi da 113 anni. La leggenda vuole che l’unità imperiale trasportasse 200 tonnellate di lingotti e monete d’oro, che oggi valgono 133 miliardi di dollari. Gli storici storcono il naso e smentiscono, ma i «cacciatori» sono convinti di avere trovato il tesoro.
Grazie a due mini sommergibili, che ospitano un solo uomo, gli specialisti ingaggiati dal gruppo di costruzioni sud coreano Shinil, hanno raggiunto il relitto filmando tutto. A 434 metri di profondità, un chilometro al largo dell’isola di Ulleungdo l’unità da guerra zarista di 91 metri è attorniata dai pesci e avvolta dalle alghe. Le immagini mostrano la poppa distrutta, i cannoni del tempo, l’ancora, quello che resta dei fumaioli e soprattutto il nome in russo del relitto. Il Dmitrii Donskoi era una nave a vapore con tre alberi per le vele e lo scafo corazzato varata a San Pietroburgo nel 1883. Il nome del relitto deriva dal principe di Mosca che si oppose ai mongoli e sconfisse i tartari sul Don, santo per la chiesa ortodossa. 
«Lo scafo è pesantemente danneggiato dalla cannonate, ma il ponte sembra ben preservato – ha annunciato la compagnia sud coreana – Adesso vogliamo sollevarla dagli abissi. E ovviamente ci garantiremo il diritto di recupero». Se nella stiva della nave ci fossero veramente 5500 cassette piene d’oro inviate dallo Zar per combattere la flotta giapponese agli inizi del secolo scorso, la Russia avrebbe diritto al 50% del valore. 
La nave da guerra fece un viaggio di 18mila miglia dal Baltico all’Estremo oriente con la cassa del secondo squadrone navale dell’impero zarista, secondo i cacciatori di tesori. A fine maggio 1905 il Dmitrii Donskoi partecipò alla disastrosa battaglia di Tsushima, che di fatto mise fine alla guerra fra il Sol Levante e la Russia imperiale. La flotta zarista venne decimata dalle navi dell’ammiraglio Togo in uno scontro definito dagli inglesi «come l’evento navale più importante dopo Trafalgar», durante le guerre napoleoniche. 
Il Dmitrii Donskoi venne intercettato il 29 maggio 1905 dai giapponesi. Il capitano Ivan Lebedev, poi morto per le ferite affondò la nave per evitare che finisse in mani nemiche. Secondo la leggenda il comandante ha protetto il tesoro seppellendolo negli abissi fino al ritrovamento del relitto di domenica scorsa. Lo storico russo Yury Filatov non crede al mito della fortuna in lingotti e monete d’oro nella stiva della nave. La società sud coreana, al contrario, sembra convinta di avere trovato il tesoro. E ha già pianificato che il 10% del ricavato servirà per attrarre i turisti nella vicina isola di Ulleungdo. Metà spetta a Mosca ed un’altra fetta servirà a finanziare la costruzione di una linea ferroviaria da Seul fino alla Russia attraverso la Corea del Nord. Quando ancora si cercava il punto esatto del relitto era arrivato in Corea il regista James Cameron del film sul naufragio del Titanic attratto dalle voci sul leggendario tesoro. Anche se le stive si riveleranno vuote, il recupero della nave zarista sarà un avvenimento. E magari il mito del tesoro trafugato chissà dove continuerà a vivere.