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 2018  luglio 20 Venerdì calendario

La moda ispirata al Sessantotto

I pantaloni a zampa, lo stile folk, il trionfo di frange e perline a fare moda della cultura hippie, a cavallo tra filosofia e tendenza, tra le visioni patinate di Ossie Clark e look rubati alla strada. La minigonna, la cui invenzione è abitualmente attribuita a Mary Quant ma da alcuni pure a André Courrèges, che comparsa sulle passerelle pochi anni prima, tra 1963 e 1965, nel Sessantotto ha la sua consacrazione a raccontare una donna più libera di muoversi, dove il nuovo passo, consentito dalla linea corta, si fa metafora di una più moderna idea di femminilità. 
I COLORI
Le visioni metalliche, quasi fantascientifiche di Paco Rabanne, che illustrano l’attrazione verso il futuro e cavalcano, anche qui, una tendenza: il 1968, al cinema, è l’anno di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaffner e, guardando pure al fashion, Barbarella di Roger Vadim. Poi, l’affermazione del nude look ideato da Yves Saint Laurent, le fantasie optical, gli accostamenti di colori e grafiche a contrasto in effetti psichedelici. Il 1968 ha fatto la rivoluzione anche nei guardaroba. 
LE CITAZIONI
E oggi, di griffe in griffe, torna prepotentemente di moda, tra omaggi, citazioni e semplice ispirazione. La protesta ha cambiato il modo di intendere immagine e aspetto, pretendendo la liberazione da canoni e regole di stile, per far trionfare una nuova idea di individuo e, soprattutto, società. Il motto marcusiano, adottato dagli studenti, è chiaro pure nel fashion: «L’immaginazione al potere». Contro il classico – seppure ancora ben presente in molte collezioni – contro le precedenti generazioni, contro il Sistema e la vecchiaia dei suoi meccanismi. Quella moda che voleva rompere con il noto, nei decenni si è fatta, per paradosso, a sua volta canone e, soprattutto, bacino cui gli stilisti guardano. E spesso. A cinquant’anni dal ’68, lo stile del tempo è ancora ben vivo in strada e passerella. Abiti e accessori che si indossavano all’epoca, sono pure must di stagione e non solo. 
Perché le linee erano donanti, perché la libertà portata su tessuto si fa comoda, perché il messaggio era accattivante, forte, suggestivo. Perché la bandiera di quegli anni ben si presta ancora oggi a vestire le nostalgie di chi c’era e l’immaginario di chi ha vissuto il periodo, offrendo forme e colori anche a una più generica volontà di ribellarsi.
LA CAMPAGNA
La campagna pre-fall di Gucci, Gucci Dans Les Rues è concepita come un reportage e segue un gruppo di giovani in protesta. La collezione A/I di Christian Dior è ispirata all’immaginario estetico e allo spirito della ribellione. Sonia Rykiel griffa la borsa Pavé Parisien influenzata dalla strada e dal sentimento del periodo. Kickers ha personalizzato il suo iconico stivaletto, in edizione speciale, con il lavoro di una studentessa parigina per raccontare il ruolo avuto dai giovani.
Lo stilista Jean-Charles de Castelbajac ha realizzato per Citroën una E-Mehari d’artista, guardando alla Mehari icona dell’anno. Non solo tributi ma anche, più semplicemente, ispirazione. Pantaloni a zampa, minigonne, camicie di taglio orientale affascinano nella collezione estiva Gucci. Missoni firma anche gonne lunghe con giochi di colore che sembrano richiamare il Tie-dye, la tecnica di annodare i capi e tingerli ottenendo suggestive sfumature.
LE TRASPARENZE
Zara gioca con frange, linee morbide, top, minigonne, citando alcune tendenze stilistiche del periodo, a ricreare un moderno hippie look nelle sfumature più rock. Claudie Pierlot diverte con abiti dai forti contrasti e più tradizionali fiorati. Sandro conquista con il lungo, tra pizzi e fantasie. Maje impreziosisce gli abiti con trasparenze e non trascura accostamenti di bianco e nero quasi optical. Più bohemien i lunghi abiti fiorati di Max & Co e di Liu Jo. Creazioni fiorite pure per Moschino, in una sorta di nuovo – e più dinamico – romanticismo. Vestiti morbidi con ruche e laccetti per Desigual. Di Alcott, camicie in stile folk con spalle scoperte. Jeans a zampa per Zuiki. Da Bata a Primadonna, ampia la scelta di sandali, con perline e nappe. E per l’autunno/inverno Balmain e Calvin Klein guardano al metallo. Recitava uno dei motti del tempo: «Sotto i sampietrini c’è la spiaggia». O, almeno, pare dire la moda, la si può immaginare.