Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  luglio 18 Mercoledì calendario

I guerrieri Gurkha aprono alle donne

«Ayo Gurkhali!» è il loro grido di battaglia e il kukri, il micidiale pugnale ricurvo, la loro arma: e presto tutto ciò non sarà più appannaggio esclusivo degli uomini. Perché dall’anno prossimo i Gurkha, i leggendari guerrieri nepalesi dell’esercito britannico, apriranno i loro ranghi alle donne.
Ma al cosiddetto gentil sesso non saranno fatti sconti. Le reclute femminili dovranno sottostare al medesimo addestramento, incluso il famigerato doko: cinque chilometri di corsa in salita su una montagna portando sulle spalle una cesta con 25 chili di sabbia, legata alla testa con una cintura. Un percorso da completare in meno di 48 minuti, fra le urla di incitamento dei commilitoni. E non è finita qui: perché occorre fare anche 800 metri di corsa in 2 minuti e 45 secondi (senza pesi, però), 75 salti in un minuto e 70 addominali in due. 

Per quelle che sopravviveranno, ci sarà il privilegio di unirsi ai ranghi di una brigata che è al servizio di Sua Maestà da più di 200 anni. I britannici cominciarono a reclutare i nepalesi dopo la campagna di conquista della regione del 1815: impressionati dalla loro ferocia in combattimento, ritennero che fosse più opportuno averli dalla loro parte. 
«Meglio morire in battaglia che vivere da codardi», è il motto del reggimento, che conta 3.000 uomini e recluta 250 nuove leve ogni anno dal Nepal. La competizione è serrata, decine di migliaia di candidati si cimentano: perché arruolarsi nei Gurkha non è soltanto un onore, è anche una svolta nella vita. Il salario iniziale è di oltre 20 mila euro l’anno e una volta terminato il sevizio si ha diritto a una pensione e soprattutto a stabilirsi in Gran Bretagna.
Oltre 200 mila Gurkha hanno combattuto nelle due guerre mondiali, subendo gravissime perdite ma guadagnando anche decine di migliaia di medaglie al valore. Lo stesso principe Harry, al suo primo servizio in Afghanistan dieci anni fa, venne aggregato al Primo Battaglione dei Fucilieri Reali Gurkha: «Quando sei assieme a loro, non c’è un posto più sicuro», ebbe a commentare.
Il Nepal è una società tradizionalmente maschile, ma tre anni fa ha eletto la prima presidente donna. E il ministro della Difesa britannico, Gavin Williamson, ha osservato che «i Gurkha sono rinomati come una delle migliori forze combattenti del mondo, con una orgogliosa storia al servizio di Sua Maestà, ed è giusto che le donne abbiano l’opportunità di servire in questo gruppo d’élite».
Due anni fa l’esercito britannico ha aperto alle donne i ruoli di combattimento in prima linea: «Questo riflette l’apertura e la diversità del nostro esercito – ha annunciato il comandante dei Gurkha, il generale Nick Pope —. In linea con la decisione del governo di aprire tutti i ruoli, posso confermare che la Brigata Gurkha accoglierà le reclute femminili». E a tutte loro va l’augurio e l’incitamento: «Ayo Gurkhali!».