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 2018  luglio 17 Martedì calendario

Che barba le barbe che continuano a crescere

iorgio Gaber si chiedeva: «Cos’è la destra, e cos’è la sinistra?…». Io aggiungo: cos’è la barba? Non è un segno distintivo di appartenenza politica perché ce l’hanno quelli di destra e quelli di sinistra. Non rappresenta un simbolo di maturità culturale perché pure il più illetterato degli esseri viventi, giovane o anziano che sia, ha deciso di farsi crescere la barba per darsi un misero tono di… esistenza. Ma, allora, perché questa nuova società di barbuti? Ho provato a chiedere a qualcuno la ragione per la quale si è voluto incorniciare il viso con quei fastidiosi peli neri, o sale e pepe, o addirittura bianchi come la neve. La risposta è stata sempre la stessa: una questione di moda! Barbe lunghe o corte, curate o selvagge. Certo, la storia della barba è antica quanto quella dell’uomo. Babilonesi, egizi e greci furono i primi a considerare la barba come qualcosa in più, tanto importante da richiedere una cura costante. Soprattutto per i greci, la barba era simbolo di potere e di virilità, e forse è per questo che le nuove generazioni hanno pensato di farvi ricorso, credendo di diventare, molti di loro, ciò che in effetti non sono: né potenti né virili. Basterebbe guardarsi intorno… I Romani, invece, consideravano la rasatura della barba un rito che segnava il passaggio all’età adulta. Se andiamo in ambito religioso, troviamo gli ebrei che ritengono il taglio della barba un sacrilegio, mentre i musulmani ne fanno un omaggio a Maometto. È vero, anche Leonardo da Vinci portava la barba, come pure, in epoca Rinascimentale, molti altri geni italiani (e non): Michelangelo, Donatello, Raffaello e Tiziano.

LA RICERCA
Con il passare dei secoli, le tendenze si alternano ma l’attenzione per la barba rimane immutata. Ma, perché gli uomini si fanno crescere la barba? Dicono che sia una questione principalmente culturale. Spesso, nei secoli passati, era segno di appartenenza a un popolo. Più recentemente, viene ritenuta segno di appartenenza a un gruppo politico, a una sottocultura, a volte più semplicemente se la fanno crescere per una questione di moda. Dev’essere proprio così, altrimenti non contagerebbe avvocati e magistrati, giornalisti e dirigenti d’azienda, medici e militari in carriera, conduttori televisivi e vigili urbani, calciatori e sfaccendati. Recentemente, un gruppo di ricercatori australiani della University of New South Wales ha effettuato uno studio secondo cui l’essere umano preferisce i volti più rari e insoliti. Tra un mucchio di facce lisce, secondo loro, spicca chi è barbuto o baffuto, mentre in un gruppo di irsuti appare più attraente chi ha il volto libero da peluria. Di questi tempi, in cui la barba è un trend, è difficile però stabilire se sia più attraente e insolito un volto barbuto o uno “pulito”. Secondo i ricercatori, inoltre, barba e baffi spopolerebbero nei momenti di crisi: non a caso sono diventati trendy nel 2008, con l’inizio della crisi economica globale, ed erano in voga anche negli anni Venti, in corrispondenza con la Grande Depressione. Pensate, dunque, che la barba possa addirittura avere a che fare con la crisi? Diventa difficile immaginare che la crisi possa influire sull’acquisto di saponi e lamette… Comunque, diventa complicato riuscire a stabilire il perché gli uomini scelgono di avere la barba. C’entrano forse le scimmie, direte voi: ma loro hanno peli ovunque tranne che intorno alla bocca. La spiegazione breve è che piaceva alle nostre antenate donne così come sembra che piaccia alle nostre donne d’oggi (e chissà se non pure a quelle di domani). Sono gli stessi scienziati a ritenere che la barba debba avere una presunta attrazione delle donne. Ma gli studi che hanno provato a stabilire se questa teoria sia vera o fasulla hanno dato risultati opposti nel tempo. A partire dalla fine degli anni Sessanta, gruppi di ricercatori di diverse università hanno studiato questo fenomeno, ma le conclusioni delle loro ricerche sono state assai contrastanti.

RISULTATI CONTRASTANTI
Uno studio dell’università di Chicago del 1969 disse che sia gli uomini sia le donne sono più attratti dagli uomini con la barba; uno studio di due università del Midwest di pochi anni dopo disse l’opposto; di nuovo un altro studio condotto poco dopo in California confermò le scoperte dell’Università di Chicago; un altro ancora dell’Università del Wyoming le smentì. Altri studi hanno provato a spiegare la recente moda tra gli uomini di portare la barba, concludendo che esiste una correlazione tra il numero di uomini che la portano e la percentuale di donne che ne sono attratte. Di parere contrario è un gruppo di scienziati australiani, secondo i quali più uomini portano la barba, minore è la percentuale di donne che dice di esserne attratta. Oggi, sembra che sia stato raggiunto un vero e proprio “picco delle barbe”, specie fra gli uomini politici e gli intellettuali d’ogni ordine e grado. Però, non si sono accorti che il numero di donne che le apprezza sta diminuendo giorno dopo giorno e la maggior parte di loro dice di preferire gli uomini che si radono. Un po’ come diceva Kevin Spacey in uno spot, in cui invitava gli uomini a finirla con le barbe. Soprattutto gli uomini politici dovrebbero dire basta alle barbe lunghe, corte, curate o spettinate, tinte, con baffi o senza. In politica non serve mimetizzarsi. È necessario mostrare la faccia. Sempre. E che sia possibilmente anche pulita! Che barba ’ste barbe!