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 2018  luglio 16 Lunedì calendario

Da Lamborghini a Unicredit: il tempo è il nuovo denaro

Meglio un aumento da 50 euro in busta paga o mezza giornata libera in più ogni mese? Risposta scontata, fino a ieri: più denaro, senza se e senza ma. Ora non più. A fare da apripista è stata la Germania. A febbraio i metal-meccanici dell’Ig Metall hanno introdotto la settimana di 28 ore per chi ha particolari esigenze familiari. Negli ultimi mesi – ma meglio sarebbe dire nelle ultime settimane – le prime sperimentazioni in questa direzione stanno arrivando anche in Italia. 
Oggi alla Lamborghini di Sant’Agata Bolognese sindacato e azienda firmano un accordo che permette ai dipendenti di decidere se vale la pena avere una busta paga più ricca o è meglio godersi qualche ora aggiuntiva di libertà dal lavoro. Stesso principio alla base dell’intesa approvata giovedì scorso dai lavoratori della cooperativa Ceramica d’Imola. E anche nei servizi il principio si fa largo: da segnalare una sperimentazione tra i bancari di Unicredit. 
Parliamo di accordi aziendali. Qualcosa, per la verità, si muove anche sul fronte dei contratti nazionali. Le prime novità potrebbero arrivare a brevissimo con la chiusura del contratto dei chimici. Le aziende che stanno sperimentando questo tipo di innovazione organizzativa sono di tre tipi. Prima di tutto ci sono quelle (già caratterizzate da buona produttività e buoni stipendi) che proseguono sulla strada della digitalizzazione. Conseguenza: a parità di produzione serve meno lavoro. Poi ci sono le realtà che hanno un alto numero di dipendenti over 55-60, più spesso interessati a ridurre l’orario (e le aziende stesse a fare entrare qualche giovane). Per finire, c’è una tipologia aziendale che con la Germania ha poco a che spartire. Quella delle imprese che stanno finendo gli ammortizzatori sociali. Con il Jobs act, la durata massima è diventata 3 anni. Alcune realtà stanno cercando di trasformare un problema in opportunità. È il caso della Ceramica d’Imola. In tutto 1.200 dipendenti in Emilia Romagna. In tre settori – cernite, smalterie e servizi generali – gli ammortizzatori finiscono il 31 luglio. La soluzione per evitare oltre 100 licenziamenti è stata la seguente: 300 lavoratori avranno un orario ridotto dal 13 al 45%. Ma in proporzione lo stipendio calerà meno. La coop, infatti, garantisce un’integrazione della retribuzione che va dai 125 ai 240 euro lordi a lavoratore al mese. Oltre a versamenti al fondo integrativo di settore per integrare il venir meno dei contributi all’Inps. «Il maggiore tempo a disposizione è considerato un bene sempre più importante – dice Giordano Giovannini, a capo dei chimici Cgil in Emilia Romagna —. Visto che il problema si porrà sempre più spesso è auspicabile l’incentivazione di accordi simili». 
Appartiene invece al profilo della riduzione dell’orario «alla tedesca» il caso della Lamborghini di Sant’Agata bolognese, controllata da Audi ormai da vent’anni. D’altra parte la motor valley emiliana per produttività e relazioni industriali è più vicina alla Germania di quanto si creda.
L’esigenza di riorganizzare il lavoro portata dall’home banking favorisce la disponibilità del credito a questo tipo di accordi. In Unicredit dal primo luglio i dipendenti possono scegliere se mettere in tasca il premio produttività sotto forma di welfare o prendere al suo posto cinque giorni di permesso. Come spiega bene l’accordo «money is time», il denaro è tempo.