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 2018  giugno 12 Martedì calendario

Gli esami (nuovi) di terza media

Oltre mezzo milione di quattordicenni italiani affrontano in questi giorni la prima vera prova d’esame della loro vita: l’esame di terza media. Va detto che il tasso di bocciatura all’esame è pari allo zero (0,2% l’anno scorso) mentre più della metà dei diplomati ottiene voti superiori all’8. Nelle lodi primeggia, come per la maturità, la Puglia che ne incassa più del doppio della Lombardia anche se gli studenti del Nordovest staccano di molte leghe i colleghi del Sud nei test Invalsi.
Quest’anno l’esame cambia secondo le indicazioni della Buona scuola. Si può essere ammessi anche con il 5 in una o più discipline: del resto fino all’anno scorso, benché ci volesse il sei in tutte le materie, solo il 2 per cento dei ragazzi non veniva ammesso, segno che i docenti tendevano ad arrotondare per eccesso. Ora invece l’insufficienza, se c’è, peserà sul voto finale. Peccato invece per l’abolizione del sei in condotta: l’obbligo di non scendere al di sotto di un certo standard nel comportamento sarebbe stato utile agli studenti e alle loro famiglie. 
Polemiche e preoccupazioni organizzative ha suscitato l’inserimento nelle commissioni anche degli insegnanti di religione, che spesso hanno classi in scuole diverse. Quali sono gli altri cambiamenti? Solo tre prove scritte (addio Invalsi, anticipato ad aprile) e un orale che tiene conto anche delle competenze di Cittadinanza e Costituzione, quella che un tempo era chiamata educazione civica e che resta confinata a lezioni sporadiche. Dei tre scritti, rimane quasi uguale la prova di matematica: potrebbe contenere problemi che «fanno riferimento ai metodi di analisi del pensiero computazionale»: difficile pensare che lo facciano tante scuole visto che il coding consiste in una volontaristica ora all’anno.
I cambiamenti più importanti riguardano la prova d’italiano che, accanto al tema, introduce due nuove tracce: una incentrata sul riassunto a cui, come ricorda il professore di Oxford Nicola Gardini su Corriere.it, gli oratori latini attribuivano un’importanza centrale. L’altra di carattere argomentativo: data una tesi il candidato deve argomentare il proprio punto di vista appoggiandosi a quanto studiato nel triennio. Il terzo scritto è di lingue straniere. Invece delle due prove (inglese e seconda lingua) ora è prevista una sola prova in due sezioni: livello A2 (pre-intermediate) per l’inglese; livello A1 (elementary) per la seconda lingua. Ma il voto è unico: paradossalmente se uno studente è da 10 in inglese e da 4 in francese prenderà 7. Nemmeno nella Certificazione delle competenze che le famiglie riceveranno col diploma sarà possibile distinguere le lingue. Solo l’Invalsi, che resta nel curriculum, certificherà oltre a quello di italiano e matematica il livello di inglese.