Corriere della Sera, 25 maggio 2018
Riccardo Bocca, il critico tv passato dall’altra parte della barricata
Fino a non molto tempo fa, Riccardo Bocca faceva il critico televisivo dell’Espresso, un mestieraccio. Aveva cominciato quasi in sordina, poi con gli anni si era fatto sempre più puntuto e presente, specie con la rubrica video.
Gli piaceva anche apparire in alcune orride trasmissioni. Adesso è passato dall’altra parte, è stato nominato sul campo vicedirettore di Sky TG24, senza aver dimenticato, ne sono sicuro, le regole del gioco. Conduce un programma che si chiama «Hashtag24, l’attualità condivisa» (non un granché come titolo), un appuntamento che dimostra invece di non conoscere bene le regole della tv o, quantomeno, rappresenta un modo vecchio di fare tv: il tema generico (mercoledì si parlava di turismo, e prima di immigrazione, di massoneria, di nuovi lavori, di periferie...), gli ospiti in studio, la scheda di presentazione (non si discosta dalla preistoria, dalla scheda di Carlo Nesti al «Processo del lunedì» di Biscardi), gli interventi degli spettatori moderati in studio da Francesca Baraghini, il sermoncino finale (molto impacciato) sotto forma di «videolettera».
In poche parole, Bocca conduce l’ennesimo talk: in studio due che la pensano in maniera opposta (il presidente di Legambiente Stefano Ciafani e la senatrice di Fratelli d’Italia Daniela Santanchè) e in collegamento da un hotel di Milano (ben segnalato), la travel blogger Federica Piersimoni. Il turismo è il nostro petrolio, riusciremo a rovinare tutto per colpa di miopia e di approssimazione? Bocca sembrava Osvaldo Bevilacqua e i suoi ospiti non brillavano certo per acutezza di risposte: la Santanchè non ama i professori perché chi non sa fare insegna e Lega Ambiente accerta che siamo passati dal turismo di massa alla massa di turisti.
C’è ancora molto da lavorare per il neofita vicedirettore. Anche se ora penserà tutto il male possibile dei critici.