Corriere della Sera, 22 maggio 2018
Spostare preti dalla Puglia al Piemonte
CITTÀ DEL VATICANO L’espres-sione fidei donum, «dono di fede», indica dai tempi del-l’enciclica omonima di Pio XII (1957) l’impegno missionario di una diocesi nei confronti di un’altra più sfortunata ed evoca, per lo più, sacerdoti inviati dall’Occidente verso zone remote del pianeta, un dono dei «Paesi di antica tra-dizione cristiana» a «coloro che tuttora attendono il mes-saggio della salvezza», scrive-va papa Pacelli. Solo che ieri, all’Assemblea generale della Cei, papa Francesco ha parla-to di «fideidonum» a propo-sito dell’Italia, sempre più affetta da una «emorragia di vocazioni», fino a citare come esempio un possibile aiuto della Puglia al Piemonte. Tra gli sguardi un po’ sorpresi dei vescovi italiani («qualcuno sorride, ma vediamo se siete capaci di fare questo…»), Francesco ha argomentato: «Vi propongo una più con-creta e generosa condivisione fidei donum tra le diocesi italiane. Voi vedete, se potete: penso a qualche diocesi del Piemonte, un’aridità grande, e penso alla Puglia, dove c’è una sovrabbondanza...». Francesco, del resto, ha par-lato di tre «preoccupazioni» («non per bastonarvi, no, ma per dire che mi preoccupano queste cose, e voi vedete…») collegate tra loro. Oltre alla crisi delle vocazioni – legata a «cultura del provvisorio e «inverno demografico», ma anche a «scandali e testi-monianza tiepida» – c’è il problema dei soldi, la preoc-cupazione per «la povertà evangelica e la trasparenza», sillaba: «Noi abbiamo il do-vere di gestire con esempla-rità attraverso regole chiare e comuni. Chi crede non può parlare di povertà e vivere co-me un faraone, conoscete gli scandali finanziari che ci so-no stati in alcune diocesi». Infine, la riduzione del nu-mero di diocesi italiane, ora 226. Bergoglio ne aveva par-lato fin dal 2013, se ne discute da decenni, il Papa è lapida-rio: «Stiamo parlando di un argomento datato e attuale, trascinato per troppo tempo, credo sia giunta l’ora di con-cluderlo al più presto».