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 2018  maggio 22 Martedì calendario

Giungla d’asfalto

Sono le prime luci dell’alba di un inesorabile lunedì milanese, quando, all’imbocco di una rotonda, la Bmw urta lo specchietto retrovisore della Citroën. Il guidatore di quest’ultima, toccato in quanto ha di più caro – un pezzetto di plastica scura —, si lancia all’inseguimento del nemico. Lo supera di slancio e mette la macchina di traverso, così da ostruire il passaggio. Il pilota della Bmw non ha la prontezza di innestare la retromarcia o di girare le ruote per dileguarsi in contromano fino al primo incrocio utile a fare perdere le sue tracce. Scelte illegali e audacissime, cui tuttavia capita di ricorrere, pur di sfuggire agli attacchi isterici delle belve gommate.L’uomo che scende dalla Citroën con una mazza da baseball tra le mani, intenzionato a lavare nel sangue l’oltraggio subito, non è un ragazzino sopravvissuto ai bagordi della notte, ma un signore incensurato di sessantaquattro anni, che per mestiere guida bus privati e dovrebbe avere dimestichezza con lo stress. Invece si scaglia a mazza sguainata contro chi ha avuto l’ardire di piegargli lo specchietto e gli procura un trauma cranico, prima di venire fermato da un vigile per tentato omicidio. Chissà che il suo processo non contribuisca a fare luce sui misteri dell’uomo tecnologico, capace di sopportare in silenzio le peggiori angherie finché è a piedi o davanti al televisore, salvo liberare per futili motivi la sua aggressività quando si mette al volante dell’auto o alla tastiera del computer.