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 2018  aprile 25 Mercoledì calendario

Parla Claudia Mori. Adriano Celentano fornato cartoon presto sulla Rai

Si vede poco in giro, e parla anche meno, Claudia Mori. Quando lo fa, però, di solito ha qualcosa da dire. In questo caso: la partenza di un musical, due fiction e un cartoon come Adrian, progetto a cui sta dietro da anni. Ma non è tutto, ovviamente, anche perché a 74 anni, con la sua società di produzione Ciao Ragazzi, è operativa su più fronti. Non si ferma mai. 
È vero che sta lavorando a un nuovo musical su suo marito Adriano Celentano insieme con Pasquale Panella, il paroliere degli ultimi dischi di Lucio Battisti?
«Sì, è vero. Pasquale Panella sta lavorando su quella che oggi chiamiamo provvisoriamente una biografia musicale, un importante progetto per il teatro che secondo i nostri piani dovrebbe partire il prossimo anno».
Celentano sarà in scena?
«Adriano non sarà sul palco, ma tutto ovviamente parlerà di lui. Al momento, però, è tutto top secret».
Gira da qualche settimana la notizia che Nino Frassica in estate tornerà a girare per lei: di che cosa si tratta?
«Di una lunga serie in otto episodi da cinquanta minuti, o quattro da cento, con Nino protagonista. La stiamo scrivendo in questi giorni partendo da un’idea molto forte e moderna. È un progetto a cui tengo molto perché ritengo Frassica, con il quale ho un contratto per realizzare tre lunghe serie, un attore straordinario che non ha ancora dato il meglio di sé».
La fiction su Giorgio Gaber a che punto è?
«Il progetto Gaber ha avuto una difficile gestazione...».
Che cosa vuol dire? 
«Che inizialmente era stato rifiutato da Rai Fiction. Poi, dopo quattro anni, è ripartito. All’inizio per essere una miniserie, e dopo un po’ di tempo un tv movie».
Lei era d’accordo?
«Non ero d’accordo con la Rai perché, secondo me, ridurre e comprimere la biografia di un artista importante e complesso come Gaber non agevola la narrazione oggettiva. È stato detto che le miniserie non si devono più fare, ma un’eccezione per Giorgio Gaber, così come è stata fatta per Fabrizio De Andrè, sarebbe stata più logica. Comunque sia, spero che vada in produzione entro la fine di quest’anno. Quando andrà in onda dipenderà da questa scadenza e da Rai1». 
La figlia Dalia Gaberik, titolare di una nota società di comunicazione, è stata coinvolta in qualche modo?
«Certo. Quattro anni fa la proposta di lavorare a una serie su Giorgio Gaber me la fece proprio lei. Io accettai subito con entusiasmo. A scrivere la sceneggiatura, condivisa anche dalla famiglia Gaberik, è stato Sandro Petraglia».
A parte il progetto Giorgio Gaber, a cos’altro sta lavorando?
«A una serie sul bullismo. Si tratta di un soggetto di pura fantasia che nasce da un’approfondita ricerca sul campo. Si vuole raccontare il fenomeno nel nostro Paese, una piaga che, anche a causa della Rete, si sta diffondendo in modo esponenziale stravolgendo le vite di tanti ragazzi, dei loro genitori e, come testimoniano anche gli ultimi avvenimenti, di tanti professori. Vista la delicatezza dei temi trattati stiamo avviando contatti con il ministero della Pubblica Istruzione per un confronto su questi temi».
Chi l’ha scritta e chi la dirige?
«La regia della serie è di un artista di grande valore come Marco Turco, che l’ha anche scritta assieme a Mariano di Nardo e Costanza Durante. Tornare a lavorare con lui dopo 
Rino Gaetano e C’era una volta la città dei matti (su Franco Basaglia, ndr), due fiction di cui sono particolarmente fiera, è una vera gioia».
Sul cartoon Adrian ci sono novità? A che punto siete? 
«Posso finalmente dire con grande orgoglio che la serie di animazione 
Adrian è terminata ed è pronta per la messa in onda su Canale 5. Siamo tutti estremamente soddisfatti del risultato finale. Dopo tanto impegno, in particolare di Adriano, Milo Manara, Nicola Piovani, e di tutto il team italiano di giovani artisti, e del Clan che lo ha prodotto, ci siamo». 
Va bene. Quando si vedrà?
«La data della messa in onda verrà comunicata entro l’estate».
In autunno?
«Probabilmente sì».
È piena di progetti, ma come mai da quasi sei anni non produce una fiction in Rai?
«Non ho una risposta diplomatica, quindi evito di rispondere. Le dico solo che non apprezzo le modalità con le quali la Rai in questi ultimi anni ha regolamentato l’invio dei progetti. Rai Fiction in questi ultimi tre anni ha deciso che ogni progetto debba essere proposto in via telematica. Per poi ricevere entro trenta giorni una risposta da una commissione che non si capisce bene da chi sia composta, e che soggettivamente decide se quella fiction sia adatta o meno per il pubblico. Penso sia un metodo sbagliato: impedisce un sano confronto tra regista, sceneggiatore, produttore ed emittente. Nonostante tutto, sono ottimista».
Suo marito il 9 aprile ha scritto una lettera aperta a Matteo Renzi invitandolo a fare il governo con Di Maio «per il bene dell’Italia»: lei è d’accordo? 
«La lettera scritta da Adriano aveva come intento di spronare tutti i politici a essere più responsabili e concreti. Non è più tollerabile che un paese come l’Italia continui a essere in mano a governi che oserei definire d’affari, visti gli scandali. Si è rivolto a Renzi, Di Maio, Salvini e Berlusconi, perché questi la politica propone. Io al posto suo avrei scritto alla Bonino».