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 2018  aprile 23 Lunedì calendario

Campobasso capitale d’Italia

Il Molise, ossia la regione più piccola d’Italia dopo la Val d’Aosta e certamente la più giovane (esiste dal 1963), si trova a un tratto al centro dell’attenzione nazionale per via delle elezioni che dovranno dotarlo di un nuovo governatore e una nuova giunta...  

Elezioni regionali...
Certo.  

Però con grande significato politico.
Già. È un fatto che negli ultimi giorni hanno fatto il giro di paesi e città della regioe tutti quanti, Berlusconi, Salvini, Di Maio e gli esponenti del Pd. È il primo test elettorale dopo il 4 marzo, ci si chiede se la smania di diventare premier di Di Maio e i suoi tentativi di un accordo con la Lega non abbiano un poco deluso l’elettorato duro e puro dei cinquestelle. I sondaggi sembrerebbero testimoniare una qualche perplessità. Mentre, almeno nelle intenzioni, va molto forte Salvini, accreditato da qualche istituto addirittura di un 24-25%. Come già alle politiche, i duelli da cui ci si attende un contributo di chiarezza per la formazione del governo sono parecchi. C’è naturalemte il confronto tra M5s e centro-destra nel suo complesso. Poi, all’interno del centro-destra, c’è la gara tra Berlusconi e Salvini, talmente accanita che qualche giorno fa Berlusconi, forse distratto, s’è messo a parlare male pure del suo alleato. Dopo gli strappi del Cav di venerdì e sabato, che vuole mandare i cinquestelle a pulire i cessi, Salvini non ha detto una parola, cioè non ha chiarito se intende strappare o no con Berlusconi, come pretende Di Maio. Come mai non ha parlato?  

Come mai?
Proprio perché aspetta il voto dei molisani. Mettiamo che i molisani gli assegnino una grande vittoria...   • Per capire se i molisani gli assegnano o no una grande vittoria, bisognerebbe aver chiaro come sono andate per ciascun partito le politiche di cinquanta giorni fa.
Subito. Il Movimento 5 stelle è stato votato da 79 mila elettori e ha preso il 44,79% dei consensi, un risultato eccezionale, in linea peraltro con quanto è accaduto in tutto il Mezzogiorno. Il centro-destra s’è fermato al 28,9%, lo hanno scelto in 51 mila. La Lega, con 15 mila schede a suo favore, ha segnato un 8,67% e Forza Italia un 16,1. Risultati difformi rispetto al resto del Paese, pure Salvini punta su un qualche incremento di consensi, soprattutto a discapito del suo alleato: in questo modo - pensa - potrebbe accelerare la cosiddetta opa sulla sua area di riferimento. A dire il vero, per marcare un consenso più ampio di quello del 4 marzo, puntava soprattutto sulle elezioni in Friuli del 29, dove gli pareva scontato un esito trionfale. Ma per il 20, probabilmente, i giochi saranno in qualche modo fatti. Non abbiamo ancora indizi sull’andamento del voto, se non quelli relativi all’affluenza: il 38,69 % alle sette di sera, una percentuale che testimonierebbe un certo disinteresse, tanto più che un quarto degli elettori molisani si esprime dall’estero, dato che questa è stata una regione di forte emigrazione e sottosviluppo (la Terra di Lavoro, la Capitanata, il grande romanzo di Francesco Jovine sulla miseria al tempo del fascismo). Alle politiche, alle 19, aveva votato il 56,46%. Se l’astensionismo avesse intaccato il sentimento di indignazione che portato il Movimento 5 stelle quasi al 45% il risultato potrebbe essere clamoroso. Il governatore uscente è del Pd, si chiama Paolo Frattura. Nel 2013 aveva preso 85 mila voti. Il 4 marzo, invece, i democratici hanno portato a casa uno striminzito 18%, hanno espresso la loro preferenza per Renzi appena in 31 mila. Cinque anni fa, il centro-sinistra s’era avvalso della forza elettorale dell’europarlamentare Aldo Patriciello, che adesso è ritornato nel centro-destra. Il centro-destra candida il commercialista Donato Toma, sostenuto da nove liste e 180 candidati. Il grillino si chiama Andrea Greco, se vincesse sarebbe il primo governatore regionale del M5s. Corre anche CasaPound con Agostino Di Giacomo. I democratici presentano Carlo Veneziale.  

Come potrebbe sviluppare la crisi politica in conseguenza del voto?
Non credo, nonostante tutto, che il voto in Molise sposterà molto. Mattarella dovrebbe assegnare, probabilmente domani, un mandato esplorativo al presidente della camera, Roberto Fico. Mandato speculare a quello ricevuto, la settimana scorsa, dalla presidente del senato Elisabetta Casellati. Solo che stavolta si tratterà di sondare le possibilità di un governo M5s-Pd. Fico, in questo caso, ha perfino qualche chance di diventare premier, dato che è di sicuro più a sinistra di Di Maio. Le malelingue dicono infatti che l’incarico a Fico, per Di Maio, è quasi la peggiore delle disgrazie.