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 2018  aprile 16 Lunedì calendario

Il Napoli è diverso, ora non viaggia più

Il Napoli di adesso è diverso. Ha ragione Sarri a difendere il suo lavoro, ma è evidente che qualcosa è cambiato. Non la Juve, che è sempre se stessa, mai avara, mai troppo generosa, con qualcuno dei suoi campioni che decide le partite normali (oggi Douglas Costa). È cambiato il Napoli, che corre meno e ha meno movimento dai suoi giocatori. Il possesso palla è ancora lo stesso, ma è il suo ritmo che fa vedere la differenza. Ieri ha trovato anche un Milan molto chiuso, messo bene in campo, ma Mertens non legge più i passaggi dei compagni, Milik è entrato tardi, Insigne non ha più lo spunto che ha deciso tante partite. Alla fine diventa importante la sua poca propensione al gol, la sua prevedibilità illustre. I sette gol di Insigne ne lasciano 14 in più a Dybala, seconda punta allo stesso modo. Si era pensato che lasciare le altre competizioni avrebbe asciugato la fatica del Napoli, lo avrebbe reso leggero in primavera. Non è stato così. La Juve ha semplicemente tenuto, è stato il Napoli a fermarsi. È molto difficile vincere per nove mesi con dodici giocatori. Il Napoli gioca ancora bene, ma la squadra è più consueta, meno fluida, come se il ghiaccio su cui ha sempre pattinato si fosse fatto all’improvviso poroso. Così la Juve se ne va con la sua larghezza. Sei punti a sei giornate sono tanti, fanno il 33% di vantaggio oggettivo. Il tempo è diventato lentissimo, come un’astronave davanti a un buco nero. Ha fatto una buona partita il Milan ma sempre rincorrendo, come è capitato ogni volta che ha incontrato una delle prime. Il suo equilibrio porta sicurezza in ogni zona ma toglie fantasia perché costa corsa e sacrificio. Non viene naturale. Facendo punto adesso, il Milan ha lo stesso sesto posto di un anno fa e 5 punti in meno. Manca ancora l’impresa. In compenso si è trovato forse un cammino, ma anche le altre lo hanno, bisogna solo capire il genere. E rendersi conto della qualità di tutti. La Champions ha parlato della Roma, che nella singola partita può battere chiunque. Ma anche dell’assenza di tutte le altre. La Juve sbaglierebbe se non riflettesse sulla sua Champions, se tutto finisse in un cattivo arbitraggio. Non c’è stata crescita, fin dall’inizio. Ma devono riflettere in tanti. Solo il Bayern fra le quattro finaliste ha vinto il campionato. Le altre sono tutte imperfette e fuori classifica.