Gazzetta dello Sport, 21 marzo 2018
Sarkozy ha preso i soldi da Gheddafi? Adesso è in stato di fermo
C’è questa notizia sensazionale, e cioè che l’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy è in stato di fermo nel palazzo di giustizia di Nanterre, periferia di Parigi. Lo si sospetta di aver ricevuto finanziamenti illeciti provenienti dalla Libia.
• «Fermo» significa che l’hanno arrestato?
Nella procedura francese, se ti devono interrogare per più di quattro ore possono metterti in stato di fermo. Non hai diritto all’avvocato, sei ancora trattato come un testimone, ma lo stato di fermo equivale a un pre-arresto o a una custodia cautelare. Sei bloccato per 24 ore, che possono essere prorogate di altre 24, dopo di che si deve decidere: o ti lasciano libero o ti mettono dentro.
• Che cosa ha fatto Sarkozy?
Avrebbe ricevuto soldi da Gheddafi per la sua campagna elettorale del 2007, la prima in cui era candidato all’Eliseo. L’indagine si era aperta già nel 2013, dopo che il sito francese Mediapart aveva pubblicato documenti risalenti al dicembre 2006 e firmati dal responsabile dell’intelligence libica Moussa Koussa. Documenti da cui emergeva un pagamento di 50 milioni di euro da parte libica a sostegno della candidatura di Sarkozy. Una cifra importante: calcolando che la campagna presidenziale ufficiale costò 20 milioni. Poi nel novembre 2016 Ziad Takieddine, uomo d’affari franco-libanese e intermediario nei contratti internazionali di armi, ha confessato di avere portato da Tripoli a Parigi 5 milioni di euro in banconote da 200 e 500 euro stipate in valigie argentate. Tre viaggi in tutto, tra fine 2006 e inizio 2007. Consegna all’allora direttore della campagna di Sarkozy, Claude Guéant. Costui diventerà poi segretario generale dell’Eliseo. Sono questi 5 milioni di euro la somma oggi contestata a Sarkozy. Secondo Le Monde, lo scambio di denaro è stato confermato anche da Bechir Saleh, che all’epoca era il direttore del fondo sovrano della Libia. A tutto questo si aggiunge la morte in circostanze mai chiarite di Choukri Ghanem, ex ministro libico del Petrolio, ritrovato cadavere nel Danubio il 29 aprile 2012, tra il primo e il secondo turno della presidenziale francese. In un quaderno che gli apparteneva sono stati trovati appunti su milioni di euro che la Libia avrebbe versato a Sarkozy all’inizio del 2007.
• Ma perché Sarkozy è stato messo sotto fermo solo ieri?
Perché nuove conferme di un passaggio di denaro sarebbero arrivate da numerosi funzionari libici dell’epoca di Gheddafi, recentemente ascoltati dalla magistratura francese. L’inchiesta, che ha proceduto a rilento anche per la morte di Gheddafi e di molti suoi fedelissimi, ha avuto un’accelerazione a gennaio con l’arresto all’aeroporto londinese di Heathrow dell’uomo d’affari francese Alexandre Djouhri. Era inseguito da un mandato di arresto internazionale emesso dalla Francia. Sarebbe stato lui a fare da tramite tra Gheddafi e Sarkozy. L’udienza per l’estradizione inizierà il 17 aprile.
• Non capisco. Se non ricordo male Sarkozy fu in prima linea nella guerra a Gheddafi. Perché voler far fuori l’uomo che lo aveva aiutato ad arrivare all’Eliseo?
Le ricordo anche che, subito dopo le elezioni del 2007, Gheddafi fu ricevuto con molti onori a Parigi, dove eresse la sua tenda beduina vicino all’Eliseo. In quell’occasione, probabilmente, Sarkozy e il dittatore iniziarono a discutere una collaborazione sul nucleare civile, circostanza prima smentita poi ammessa dall’ex presidente. Comunque è vero che nel 2011 fu proprio la Francia di Sarkozy a spingere per l’attacco alla Libia che avrebbe poi accelerato il rovesciamento del regime di Gheddafi. Perché questo cambio di posizione? Ha preso i soldi e poi ha bombardato per cancellare le prove, è questa, detta rozzamente, l’accusa che pende sulla sua testa. Già nel 2011 il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, aveva rivelato che suo padre avrebbe finanziato con 50 milioni la campagna di Sarkozy. «Sarkozy – disse Saif al-Islam – deve innanzitutto restituire i soldi che ha preso dalla Libia per finanziare la sua campagna. Lo abbiamo aiutato, abbiamo i dettagli della vicenda e siamo pronti a rivelarli». Sarebbe gravissimo sia sul piano penale sia su quello politico se si scoprisse che il capo dello Stato di uno dei principali Paesi europei, pur di essere eletto, ha ricevuto denaro da uno stato straniero retto da un dittatore.
• Comunque vada l’inchiesta, una brutta fine per Sarkozy…
Era sembrata una bella favola quella del figlio di un immigrato ungherese e di un’ebrea sefardita in grado di arrivare da solo all’Eliseo. In Europa è sembrato a molti l’esempio dell’uomo nuovo di destra, il personaggio di rottura. Ma all’ascesa folgorante è seguita una caduta ancora più fragorosa, accelerata dalle inchieste. Perché Sarkozy è già stato rinviato a giudizio per non aver rispettato le regole sul finanziamento della sua campagna elettorale del 2012, quella in cui fu sconfitto da François Hollande e in cui spese circa 20 milioni in più rispetto al tetto dei 22,5 milioni consentiti dalla legge. Nelle ultime settimane aveva intensificato le apparizioni pubbliche, lasciando intendere di voler riprendere la carriera politica. Un’ipotesi che oggi sembra lunare.