Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  febbraio 23 Venerdì calendario

Gli elettrodomestici sotto la soglia dei 10 milioni di pezzi

La produzione di grandi elettrodomestici in Italia scende ancora (-9,5%) e passa al di sotto della soglia piscologica dei 10 milioni di unità. La conferma arriva dalla relazione annuale di Ceced Italia, l’associazione che raggruppa i produttori di apparecchi domestici e professionali. «Il 2017 segna risultati positivi in tutti i mercati dei gruppi di prodotto – spiega il presidente, Manuela Soffientini –, erano sette anni che non riuscivamo a dirlo. Ma l’intero quadro non è altrettanto buono: la produzione dei grandi elettrodomestici ha mostrato una ulteriore flessione, anche se il dato contiene un elemento di positività: l’Italia ha definitivamente abbandonato il ruolo di produttore di grandi volumi per concentrarsi sull’alto di gamma, il più richiesto all’export». 
I grandi volumi appartengono al passato. La produzione nel Bianco si è praticamente ridotta di un terzo negli ultimi 15 anni, con le difficoltà maggiori nel segmento dei frigoriferi, mentre lavabiancherie e cottura hanno dimezzato l’output. Nello specifico del 2017, continua il calo delle lavabiancheria (-14%) mentre crescono le lavastoviglie (+6,5%) e si mantengono stabili i frigoriferi. La cottura sconta una forte diminuzione concentrata nel secondo semestre: -12% per i forni, -13,7% per i piani di cottura. L’export è ulteriormente diminuito nel secondo semestre, -19%, a conferma che l’Italia non è più produttore di grandi volumi, ma si è riposizionato verso l’alto la gamma dei prodotti, rispondendo alla domanda del resto d’Europa.
Per quanto riguarda la rete produttiva italiana, gli ultimi anni si sono caratterizzati per chiusure, ricorso ad ammortizzatori e concentrazioni. Sul territorio operano oggi le due multinazionali Whirlpool (che ha rilevato le attività di Indesit) ed Electrolux. Gli americani (hanno recentemente soffiato la commessa Ikea agli svedesi) hanno a Pero il quartier generale delle attività Emea e gestiscono in Italia sei siti: Fabriano (piani cottura), Comunanza (lavatrici), Cassinettadi Biandronno (elettrodomestici a incasso: frigoriferi, microonde, forni), Siena (congelatori), Carinaro (ricambi e accessori), Napoli (lavatrici). Electrolux è invece attiva in 4 poli: a Porcia e Susegana (lavatrici e frigoriferi), Forlì (cottura) e Solaro (lavastoviglie). L’italiana Candy ha Brugherio (lavatrici), mentre sul mercato è entrata anche la cinese Haier, che a Campodoro produce frigoriferi.
In generale il più recente europeo del Ceced sul settore evidenzia che l’Italia resta al secondo posto dopo la Germania come polo manifatturiero dell’elettrodomestico, e prima di Francia, Spagna, Uk e Polonia, considerata il più forte produttore emergente. Se si considerano il numero dei posti di lavoro diretti nell’industria degli elettrodomestici, l’Italia con 36mila addetti si conferma seconda dietro la Germania (49mila) e largamente davanti alla Polonia (25mila). In percentuale sul numero totale degli addetti nell’industria manifatturiera, i produttori di elettrodomestici in Italia sono i primi in Europa, sostanzialmente alla pari con i polacchi. L’analisi dell’andamento occupazionale evidenzia comunque una decrescita costante con 207.814 diretti nel 2014 (erano 230.474 nel 2010) e gli indiretti scesi a 712mila (783.612 nel 2010). 
L’industria dell’elettrodomestico resta uno dei comparti di punta del manifatturiero italiano, con un giro d’affari che supera i 15 miliardi, di cui oltre 10 di export, con un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 6 miliardi.