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 2018  febbraio 17 Sabato calendario

Trattato del Quirinale: a maggio il documento

Entrerà nel vivo subito dopo le elezioni ma produrrà il primi documenti entro maggio il nuovo “Trattato del Quirinale” per la collaborazione strategica tra Italia e Francia sulla falsariga di quello che Berlino e Parigi raggiunsero nel ’63 all’Eliseo. Il gruppo di lavoro istituito nell’ultimo vertice bilaterale italio-francese del settembre scorso a Lione si è insediato ieri sotto la presidenza del sottosegretario alle Politiche comunitarie, Sandro Gozi e della ministra francese per gli Affari, Nathalie Loiseau a Roma per una consultazione con Gozi in vista del Consiglio Ue del 23 febbraio. A Palazzo Chigi ieri erano presenti oltre a Gozi e Loiseau i tre membri italiani l’ex ministro Franco Bassanini, il consigliere per gli Affari europei del presidente del consiglio, Marco Piantini e l’ex ministra e rettore Luiss, Paola Severino. Per la Francia: Sylvie Goulard, ex ministra e deputata europea, Gilles Pécout, rettore dell’Académie de Paris e storico e Pascal Cagni, presidente di Business France.
«I sei membri lavoreranno in piena autonomia – dice Sandro Gozi – e da qui a maggio si riuniranno in Italia e Francia per mettere a punto un documento agile ma che contenga i punti principali della collaborazione bilaterale, dalla ricerca alla cultura, dall’industria alla difesa; il nostro obiettivo è di rafforzare la cooperazione a livello governativo individuando quelle buone pratiche che possono anticipare progetti da estendere poi a tutta l’Unione europea». Il lavoro che si sta facendo con la Francia, secondo Gozi, «non è nell’interesse di parte, ma dell’Italia. Sono fiducioso che qualsiasi nuovo governo vorrà confermare l’obiettivo di firmare il Trattato del Quirinale al prossimo vertice italo-francese in Italia ad autunno».
Un avvio di lavoro tenuto a battesimo anche dalla ministra francese Loiseau secondo la quale «tra la Francia e l’Italia c’è una storia comune molto forte, un’ambizione comune nei confronti dell’Europa, relazioni economiche, culturali, umane, delle quali qualunque sia il governo, in Francia o in Italia, ci si dovrà occupare». La ministra auspica che dopo le elezioni ci sia comunque un governo italiano impegnato nella riforma necessaria dell’Ue e nell’ambizione europea».
Piena convergenza tra Gozi e Loiseau anche sui temi che saranno al centro del prossimo Consiglio europeo del 23. Dal nuovo bilancio pluriennale che dovrà tenere conto dell’uscita del Regno Unito alle condizionalità per la concessione dei fondi Ue alle liste transnazionali alle prossime elezioni europee del 2019. Sul bilancio, secondo Gozi, Italia e Francia condividono lo stesso approccio: prima occorre vedere se Londra è disposta a condividere alcune politiche come quelle sulla ricerca e sull’istruzione (Erasmus) e solo dopo affrontare il problema di come colmare i minori contributi (si è parlato di ben 11 miliardi di euro in meno nel bilancio Ue). Secondo Gozi e Loiseau il bilancio va riformato sulla base dei nuovi beni pubblici europei per dare concretezza a gestione delle frontiere esterne, alle politiche migratorie, a quelle degli investimenti nei Paesi da cui originano i flussi. La Germania è sulla stessa linea ma occorrerà verificare la disponibilità degli altri Stati membri al Consiglio del 23.
Italia e Francia contestano i drastici tagli ai fondi Ue (fino al 30%) proposti dalla Commissione e condividono anche il principio della condizionalità nella concessione dei fondi strutturali che potrebbero essere sospesi o revocati a quei Paesi che non rispettino gli obblighi di solidarietà sull’immigrazione e i principi dello Stato di diritto.
Sulle liste transnazionali alle elezioni europee l’Italia rilancia la sua proposta del 2016 e sulle modalità per colmare i 73 seggi che verranno a mancare per l’uscita del Regno Unito. Proposta che vede l’accordo ora anche di Parigi. «Occorre pensare – afferma Gozi – a liste transnazionali il cui capolista sia candidato alla presidenza dell’Unione europea unificando le competenze attuali del presidente della Commissione e del Consiglio». Gozi e Loiseau hanno infine condiviso la necessità di procedere con le cooperazioni rafforzate giudicando «inaccettabile ogni forma di veto a integrazioni su singole materie che producano più Europa».