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 2018  febbraio 12 Lunedì calendario

Nadia Toffa: ho avuto il cancro e la parrucca non mi fa vergognare `

ROMA Torna al suo desk, alla conduzione delle Iene, e lì si racconta Nadia Toffa, a due mesi dal suo malore, svelando ciò che nessuno avrebbe mai immaginato. «Ho avuto un cancro. In questi mesi mi sono curata: prima ho fatto l’intervento, poi la chemioterapia e la radioterapia. L’intervento ha tolto interamente il tumore, ma poteva esserci una piccola cellula rimasta e quindi ho seguito i consigli del medico e ho seguito le cure previste. Ora è tutto finito: il 6 febbraio ho finito la radio e la chemio», ha detto ieri sera la conduttrice 38enne dallo schermo di Mediaset, in un racconto a cuore aperto poi rilanciato sul web, emozione dopo emozione, dal sito delle Iene. Al suo fianco, scioccati, Nicola Savino e Matteo Viviani. 
Svela la riservatezza: «Non lo sapeva nessuno». Si rivolge al pubblico: «Voglio condividere con voi quanto successo. Sono molto emozionata, non è facile». E allora spiega di aver pensato molto «a questo momento», di essersi appuntata alcune cose e comunque di voler raccontare, perché «fra di noi c’è sempre stata sincerità». Poi, alla fine, lancerà il suo primo servizio di questo 2018 in tv, sempre con il sorriso. 
IL MALORE
A Savino che le chiede se il malore, accusato mentre si trovava a Trieste per un servizio, fosse legato proprio al tumore, Nadia risponde così: «La fortuna è stata proprio che dopo lo svenimento ho fatto un accertamento, un check-up completo». E quegli esami hanno svelato la malattia. Aggiunge la Toffa: «Ora sto benissimo. E rispetto a quello che mi è successo penso non ci sia assolutamente niente di cui vergognarsi, anzi. Ho solo perso qualche chilo, non mi vergogno neanche del fatto che sto indossando una parrucca, questi non sono i miei capelli. Non vi nascondo che ci sono stati momenti difficili. Quando vedi le prime ciocche di capelli che ti rimangono in mano è un momento molto forte». E a quel punto aggiunge: «Mi è venuta in mente Gabriella, la bambina di Taranto che mi aveva raccontato di quanto avesse sofferto quando le erano caduti i capelli dopo che si era ammalata. Gabriella, ti ringrazio, perché ti ho pensato: se ce la fa uno scricciolo come te, allora ce la posso fare anch’io». 
IL MONITO
Poi si lancia in un appello: «Spesso per rispetto si tende ad avere una certa delicatezza con la persona che ha avuto un cancro. Invece vi chiedo normalità». Perché altrimenti sì, si potrebbe far del male. E a chi dovesse incontrarla per strada dice: «Trattatemi come sempre». «Non trattateci da malati, noi malati di cancro siamo dei guerrieri, dei fighi pazzeschi!». E mette in guardia, su come uscire dalla malattia: «Le uniche cure contro il cancro sono la chemio e la radio. Poi ci sono altre cose che contano: il buonumore, lo stile di vita. Ma non c’è altro che possa curarti».