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 2017  dicembre 20 Mercoledì calendario

Start up, Spagna batte Italia. Ora investono i calciatori

Se nell’800 gli uomini d’affari newyorkesi finanziavano spettacoli a Broadway, considerati all’epoca investimenti ad altro rischio, oggi a scendere in campo oltre ai business angels ci sono i calciatori. «Nel nostro ultimo round, il giocatore della Roma Stephan El Shaarawy ha investito un milione nella start up Whoosnap insieme ad altri investitori» afferma Luigi Capello, Ceo di LVenture Group. L’attaccante della nazionale ha creduto anche in Satispay, un’app per i pagamenti mobili (18 i milioni di raccolta), nella piattaforma di crowdfunding Charity Star e in Facility Live, un motore di ricerca per aziende. Nell’altra metà del campo, invece, l’attaccante della Lazio, Ciro Immobile, ha puntato tutto sul food delivery della start up romana Moovenda. A far dribbling tra un investimento e un altro, il capocannoniere della Serie A si lascia consigliare dal procuratore Simone Ricciardelli di Deutsche Bank. Anche lo storico centrocampista della Juventus, Ivano Bonetti, è sceso in campo lanciando la start up SkudoWave, una protezione in resina per smartphone per ridurre i danni causati dai campi magnetici, mentre il team di Tifosy, la società inglese di raccolta fondi di Fausto Zanetton (ex Morgan Stanley) e Gianluca Vialli, ex bomber della Nazionale, ha lanciato il primo mini-bond del calcio italiano. 
Il confronto 
Non solo l’Inghilterra ma anche tutti gli altri Paesi europei corrono più velocemente di noi. Come mai? Secondo l’ultima relazione del ministero dello Sviluppo economico presentata ieri a Roma, appena quattro Pmi innovative su dieci fatturano sopra il milione. «Nel 2017, la Spagna ha investito quattro volte l’Italia per un totale di un miliardo di euro» dichiara Mauro Pretolani, senior partner del Fondo italiano di investimento. Il problema è che «i nostri grandi operatori, soprattutto fondi previdenziali, fondi pensione, casse di previdenza e assicurazioni, investono in gestori stranieri e non italiani – spiega Roberto Magnifico, presidente di Angel Partner Group —. Rocket Internet, il più grosso operatore tedesco di Vc, quotato a Francoforte, ha oltre tre milioni di euro in gestione di Poste Vita».
L’anno venturo 
Il 2018 promette comunque bene. In un anno Angel Partner ha triplicato i volumi (da 350 mila euro a un milione), mentre Andrea di Camillo spiega che il suo fondo P101 «intende investire 20 milioni di euro» mentre il Club degli investitori di Torino ha stanziato tre milioni nel 2017 per lo più destinati a fintech e biotech. Anche quest’anno, infine, il fondo Innogest si classifica primo in Italia tra i 500 più importanti fondi di venture capital in Europa. «Il prossimo anno, le 27 società che abbiamo in portafoglio attrarranno 50 milioni» dichiara il fondatore Claudio Giuliano. Siamo solo ai fischi d’inizio.