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 2017  dicembre 18 Lunedì calendario

Mps, lo stato torna a fare il banchiere

Oggi il governo italiano si insedia alla guida del Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca al mondo che in estate è stata salvata da una robusta iniezione di svariati miliardi di danaro pubblico.
L’assemblea (ordinaria e straordinaria) convocata a Siena alle 9,30 di oggi certificherà il cambiamento di guida al vertice della banca, reso più evidente venerdì scorso quando un comunicato dell’istituto di credito rendeva nota l’«indisponibilità ad accettare la candidatura nella lista presentata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze» da parte del presidente Alessandro Falciai. Un fulmine a ciel sereno, a 66 ore dall’inizio dell’assemblea. Falciai, che comunque presiederà l’odierna assise, si fa da parte «per sopraggiunti motivi personali», coinvolto in un’inchiesta sui Cantieri Navali Mondomarine di Savona, di cui è il principale azionista.
Il Tesoro integrerà la propria lista, sostituendo Falciai con un candidato che verrà presentato in assemblea e che al momento di andare in stampa non era ancora noto. Così al vertice operativo resta, della vecchia guardia, solo l’amministratore delegato Marco Morelli, arrivato un anno fa dopo l’uscita di scena di Fabrizio Viola. Gran parte del consiglio è stato cambiato ed è stato riconosciuto lo spazio che gli investitori privati e i fondi si erano conquistati nelle calde giornate estive, quelle in cui la banca era vicina al punto di non ritorno, riservando tre posti ai consiglieri della lista di minoranza, anche se questo comporterà un aumento del numero delle poltrone da 13 a 15, in controtendenza rispetto alle best practice di governance. L’assemblea di oggi – dopo la riammissione in Borsa del titolo il 25 ottobre, dopo oltre dieci mesi di sospensione – rappresenta l’ultimo atto formale verso una nuova normalità per la banca senese, un tempo arrivata ad essere terzo gruppo italiano, quando ancora era viva la spinta di uomini quali Giovanni Grottanelli de’ Santi ed Emilio Giannelli e naufragata poi nell’abisso di perdite incontrollate e di vicende giudiziarie dagli esiti contrastanti e sconcertanti. Un abisso che ha risucchiato il 97,5 per cento degli investimenti di 150 mila piccoli azionisti, che oggi si faranno sentire in assemblea.
Da stasera, con la prima riunione del nuovo consiglio di amministrazione, il Monte dei Paschi cercherà di essere una banca «normale», anche se con il governo italiano primo azionista. Un segnale che, secondo le indicazioni di Roma, non vuole rappresentare l’inizio di un nuovo capitolo del libro sullo stato banchiere, ma solo l’evidenza di un’emergenza superata che andrà rapidamente (il più rapidamente possibile) a rientrare. Un nuovo dimensionamento della struttura e la piena redditività del gruppo saranno i prodromi della prossima evoluzione. Quella che vedrà lo Stato uscire dal capitale di Siena. Ma ci vorranno anni, tre, forse cinque. Intanto, oggi, lo Stato entra.