Corriere della Sera, 14 dicembre 2017
Welfare costoso ma insoddisfacente
L’Italia ha una delle spese sociali più alte d’Europa, quasi un terzo del Prodotto interno lordo. Perché dunque tra i cittadini c’è una diffusa insoddisfazione per come il Welfare State funziona? Probabilmente la ragione sta nel fatto che è tra i Paesi che allocano questi fondi in modo più eccentrico, molto diverso da quanto fa la maggioranza dei 28 della Ue. Per esempio, gran parte va alle pensioni e quasi nulla alle politiche per la casa e alle misure per contrastare l’esclusione sociale. Secondo Eurostat (l’agenzia statistica europea), l’Italia destina l’equivalente del 30% del Pil agli interventi sociali (dato 2015 in crescita rispetto al 28,9% del 2010 ): superata solo da Francia ( 33,9% ), Danimarca ( 32,3% ), Finlandia ( 31,6% ), Austria ( 30,2% ) e Olanda ( 30,2% ). Sopra la media della Ue, che è del 29%. Se si guarda come questi fondi vengono utilizzati si nota che il 58,3% di essi va alle pensioni (comprese quelle ai superstiti). È la quota più alta dopo quella della Grecia ( 65,4% ), pari a quella del Portogallo. La media Ue è il 45,2%, la Francia è al 45,6%. In compenso, mentre nella Ue si destina in media il 4,1% alle politiche per la casa e agli interventi sull’esclusione sociale, in Italia a queste voci va solo lo 0,9% del totale della spesa sociale (sempre dati 2015 ): è la quota più bassa anche in questo caso dopo quella della Grecia ( 0,6% ) e dell’Estonia ( 0,7% ). Pure la spesa per la Sanità e per il sostegno ai disabili è molto più bassa della media europea: 28,9% contro 37,3%. Meno risorse alla Sanità dedicano solo Cipro ( 25,5% ) e la Grecia ( 25,9% ) che d’altra parte destina più di due terzi della spesa sociale alle pensioni e quindi rimane con ben poco per il resto. Non cambia molto se si considerano gli interventi per le famiglie e i figli: l’Italia alloca a queste politiche il 6% della spesa per il welfare contro la media europea dell’ 8,6% : meno vi investono l’Olanda ( 3,9%, che però ha notevoli interventi sulla casa), la Grecia ( 4,1% ), il Portogallo ( 4,7% ) e la Spagna ( 5,3% ). L’unica voce italiana che supera la media europea, a parte quella per le pensioni, riguarda il sostegno alla disoccupazione: 5,9% contro il 4,8%, ma ovviamente non è qualcosa di cui rallegrarsi. Dalla comparazione europea risulta evidente che le politiche sociali italiane andrebbero profondamente riviste: nonostante costi parecchio, così com’è il Welfare State italiano è insoddisfacente.