Corriere della Sera, 14 dicembre 2017
Gigio tra contestazione e lacrime. Il Milan vince ma non può gioire
MILANO Molto, se non tutto, d’ora in poi, ruoterà attorno alla serenità di questo ragazzone che, stretto nell’abbraccio di Bonucci che gli parla fitto fitto nello spogliatoio prima della partita, o mentre cerca di restare indifferente alla contestazione della Curva (provocata, scontata, forse voluta e puntualmente arrivata), o ancora mentre, decisamente scosso, trattenendo le lacrime a stento, raggiunge il tunnel nell’intervallo, sembra aver perso tutti i suoi superpoteri. Gigio Donnarumma ci è già passato: la telenovela dell’estate, gli Europei, i dollari falsi gettati in campo; allora anche le prestazioni ne avevano risentito.
Questa volta l’andamento della partita – facilmente condotta e gestita dal Milan che ha il merito di schiacciare subito il Verona che in questo stadio non ha mai vinto e regalarsi in fretta il derby dei quarti di Coppa Italia del 27 dicembre —, lo aiuta: solo un intervento di un certo peso, nel primo tempo, sul sinistro di prima intenzione di Zuculini. Poi, per fortuna sua, quasi tutto accade nell’altra area. La ripresa, poi, lontano dai suoi tifosi, è più facile da gestire.
La serenità. Quella che lui stesso, in un documento, ha scritto al Milan di non aver avuto nel momento della firma del nuovo contratto. Quella che rischia di perdere davvero se, d’ora in poi, gli capiterà come ieri sera. Uno striscione, atteso: «Violenza morale sei milioni all’anno e l’ingaggio di un fratello parassita? Ora vattene la pazienza è finita». I cori di insulti, neanche da ripetere. E se l’ambiente sarà questo, sarà più facile per i suoi agenti insistere per la cessione, ma sarà più difficile per lui restare fino a quando non arriverà l’offerta giusta.
Ed è un peccato che ci sia lui, nonostante tutto, al centro della scena. Perché il nuovo Milan di Gattuso (che poi è tornato all’antico 4-3-3) avrebbe qualcosa da dire. È partito subito bene: determinato, ma senza farsi prendere dall’ansia, ordinato ma più veloce delle ultime prestazioni, con una buona circolazione di palla e qualche verticalizzazione riuscita.
Gattuso ha riproposto molti titolari, le novità maggiori le ha riservate per l’attacco, dove con Suso giocano Cutrone e André Silva, che però finisco spesso per pestarsi i piedi. Pecchia, invece, ne ha cambiati sei rispetto all’ultima gara con la Spal, Pazzini è sempre in panchina e davanti si affida alla coppia giovane Kean-Lee. Il Milan trova subito la differenza con gli esterni, in particolare Suso, che serve subito una palla bellissima per Cutrone e poi sblocca la partita con un traversone che supera Suprayen, più una serie di teste e gambe e si infila dietro Silvestri senza che nessuno la tocchi.
Dall’altra parte anche Bonaventura è tornato sui suoi livelli e non casualmente fa partire l’azione del raddoppio, con un lancio che taglia tutto il campo, André Silva fa la cosa migliore della serata rimettendo la palla in mezzo per la spaccata di Romagnoli.
La partita finisce più o meno qui. Il Verona è scolastico e non ha molto per riprendere in mano la gara, che viene definitivamente sigillata nella ripresa da un bel colpo di testa spalle alla porta di Cutrone, che corregge un cross del solito Suso. Poi è, più o meno un allenamento, con Gattuso che passa al 4-4-2 inserendo Borini e Antonelli. Alla fine, i tifosi godono per il derby in arrivo e persino Gigio sembra più rilassato. Appuntamento alla prossima.