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 2017  dicembre 12 Martedì calendario

Egitto, accordo nucleare: sì alla prima centrale

«L’Egitto è il nostro antico partner sul quale facciamo affidamento in Medio Oriente». Non ha mancato di sottolinearlo il presidente russoVladimir Putin in un discorso tenuto al Cairo in occasione della firma di accordi fra cui quelli per la costruzione della prima centrale nucleare egiziana a Dabaa, a ovest di Alessandria. Putin ha incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. «Abbiamo esaminato un altro progetto promettente», ha detto ancora Putin riferendosi a quello «della zona industriale» sul Canale di Suez che prevede un «investimento di 7 miliardi di dollari». «Ci siamo accordati per consolidare la cooperazione militare fra i due Paesi», ha poi aggiunto il presidente russo. Per quanto riguarda la centrale nucleare, frutto di un’intesa che i due Paesi avevano raggiunto a novembre 2015, la Russia costruirà quattro reattori nella zona di Dabaa. Ognuno dei reattori sarà in grado di produrre 1.200 megawatt. Il primo reattore dovrebbe entrare in funzione entro il 2024. L’intero progetto costerà complessivamente circa 25 miliardi di dollari e dovrebbe essere completato in 12 anni. La russa Rosatum si era già impegnata a fornire all’Egitto un prestito che avrebbe coperto l’80 per cento del costo di realizzazione. «Dopo l’accordo di Dabaa l’Egitto otterrà la tecnologia più moderna e più sicura», ha detto Putin in un discorso tenuto dopo la firma e trasmesso dall’emittente Nile News.
Sisi ha incontrato Putin per la seconda volta da quando ha preso le redini del potere nel 2014. Tra gli altri argomenti in agenda vi era anche la ripresa dei voli regolari tra i due Paesi, sospesi dopo l’incidente del 31 ottobre 2015, quando un aereo russo cadde sul Sinai causando la morte di 224 passeggeri. Secondo Putin, Mosca è pronta in linea di principio a riprendere i voli commerciali diretti con l’Egitto. Anche le questioni regionali sono state discusse dai due leader, in primis quella palestinese, alla luce della decisione del presidente Usa Donald Trump di riconoscere Gerusalemme capitale d’Israele e di trasferirvi l’ambasciata statunitense.