ItaliaOggi, 8 dicembre 2017
Diritto & Rovescio
Angelino Alfano, segretario dell’Udc e ministero degli esteri, non si presenterà alle prossime elezioni. Nessun commentatore ha rilevato che questa decisione è la conclusione di un massacro puntato, non sul politico (sempre criticabile) ma sulla persona, secondo una collaudata tecnica di annientamento che raggiunse il suo punto culminante in Urss e che è stata usata anche contro Silvio Berlusconi che ha resistito solo perché ha la pelle da rinoceronte. Il leitmotiv dei bersaniani era che un’alleanza con Alfano era impossibile. Se si tiene conto che Alfano si era staccato da Berlusconi (il nemico assoluto della sinistra) per sostenere un governo a gestione Pd, Alfano avrebbe dovuto essere accolto a braccia aperte dalla sinistra. Ma siccome il suo sostegno avvantaggiava Renzi, allora bisognava segarlo. Tanto più ferocemente perché pretestuosamente. «Se c’è Alfano non ci siamo noi», dicevano i bersaniani. Poi, alla litania annientatrice, si è unito anche Salvini. Si è creato così il capro espiatorio perfetto che si può bruciare a fuoco lento. Fino all’annientamento personale. Cvd, come volevasi dimostrare.