Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 08 Venerdì calendario

Salvini ha lanciato un’Opa sulla destra al Sud

L’obiettivo resta sempre lo stesso: conquistare la leadership del centrodestra e mandare definitivamente in pensione Silvio Berlusconi. I toni distensivi delle ultime ore nei confronti dell’ex premier («Tutto bene, tranne che sul Milan») con il quale si è già dato appuntamento per gli auguri di Natale non devono distrarre. Matteo Salvini vuole aggiudicarsi il primo posto nella coalizione e l’unico modo per riuscirci è allargare la base di consenso, costruire alleanze da Roma in giù, laddove la vecchia Lega, quella di Bossi e del Carroccio di Alberto da Giussano era considerata fino a non molto tempo fa un nemico. Operazione che Salvini sta costruendo da tempo, cancellando il «Nord» dal simbolo della Lega e puntando da un lato ad accaparrarsi le simpatie della destra-destra (vedi l’alleanza con Alemanno e Storace) a scapito di FdI di Giorgia Meloni, dall’altro “acquistando” personale politico autoctono per garantirsi una presa sul territorio. 
Il passato però non si cancella e, in alcuni casi, può provocare anche qualche scivolone. Come avvenuto in questi giorni in Sicilia dove il primo e unico rappresentante della Lega a Palazzo dei Normanni, Rizzotto Antonio detto Tony, è stato ufficialmente indagato per appropriazione indebita aggravata. Per Salvini la beffa è doppia visto che si era reso protagonista di un vero e proprio j’accuse contro gli «impresentabili». Sono i rischi del mestiere, di chi non avendo un suo personale politico deve affidarsi e fidarsi di chi si mette a disposizione. Dopo lo scherzo di Ismalele Lavardera, il finto candidato sindaco di Palermo per Lega e FdI che aveva sfruttato la campagna elettorale per realizzare un film, evidentemente si è preferito andare su politici più attrezzati. Come Rizzotto appunto, che certo non è politico di primo pelo: ex Dc, ex cuffariano, ex lombardiano e infine leghista. Così come Angelo Attaguile che, dopo essere stato eletto alla Camera nella lista del Pdl in quota al movimento di Raffaele Lombardo, entra nel gruppo della Lega diventando poi segretario nazionale di Noi con Salvini. E deputato nonché segretario per la Sicilia occidentale per Salvini, è anche Alessandro Pagano, ex forzista, ex assessore di Totò Cuffaro, che prima di essere folgorato dal leader del Carroccio per un paio d’anni è transitato nel Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. Dalla terra del Gattopardo alla Puglia poco cambia. Gli ex qui sono forzisti e fittiani. Il primo a decollare verso Salvini è il capogruppo forzista del Consiglio regionale Andrea Caroppo, poco dopo arrivano anche due deputati fittiani di Direzione Italia, Nuccio Altieri e Roberto Marti.  
Nel Lazio e in Campania invece l’attenzione è sulla destra-destra. Salvini sfrutta le guerre intestine tra gli ex An per allargare il consenso verso un elettorato che ha nel dna quel tricolore che la Lega ante-Salvini aveva ripudiato per la Padania. L’alleanza con i sovranisti Alemanno e Storace (ieri a Napoli assieme a Giancarlo Giorgetti, il n.2 della Lega), che lo hanno già indicato quale loro candidato premier, è nelle intenzioni di Salvini il suo lasciapassare per drenare voti al partito di Giorgia Meloni. Le tensioni tra Lega e FdI sono fortissime anche perché i temi su cui battono – dalla sicurezza all’immigrazione – sono gli stessi. L’alleanza alle elezioni siciliane è ormai finita (e non solo per l’esclusione della Lega dalla Giunta). In gioco ora c’è la presidenza del Lazio dove Salvini assieme ad Alemanno e Storace ha dato il via libera alla candidatura del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi che fino a qualche mese fa era di FdI. A Salvini del Lazio importa il giusto. Il suo obiettivo sono i voti per le politiche che si terranno assieme alle regionali. L’Opa su Fdi è in stato avanzato. Domenica il leader della Lega sarà a Roma, a casa della Meloni, per una manifestazione contro lo ius soli. Domani invece scenderà a Foggia per la commemorazione di Salvatore Tatarella, fratello di Pinuccio padre nobile della destra. Sul palco assieme a Salvini salirà Nello Musumeci, anche lui un ex Msi e ex An,oggi governatore della Sicilia. La sua vittoria è stata messa in conto alla Meloni ma Musumeci ha già fatto capire di volersi tenere le mani libere tant’è che non è intervenuto al congresso di Trieste di FdI e il 17 terrà l’assemblea costituente di Diventerà Bellissima, la sua lista elettorale. Per le alleanze alle politiche si vedrà.