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 2017  dicembre 07 Giovedì calendario

Lascia anche Cantamessa. È stato per 34 anni l’avvocato del Diavolo

È stato l’avvocato del Diavolo per quasi 34 anni, dal 20 febbraio del 1984, due anni esatti prima dell’inizio dell’epopea berlusconiana. Con il contratto in scadenza il 31 dicembre, Leandro Cantamessa ha sciolto ieri il suo vincolo con il Milan: unico superstite della precedente gestione, sopravvissuto nella sua carriera già a due passaggi societari, Cantamessa – nipote di Leandro Arpinati, presidente Figc e Coni negli anni 30 – ha pagato una divergenza di visioni anche a livello di politica sportiva con i vertici societari rossoneri. Ironico, snob (aggiorna una lista di espressioni e parole insopportabili), esperto di diritto sportivo («sono tra i padri fondatori» rivendica ironico l’avvocato, che tiene un corso alla Statale di Milano), collezionista di pittura russa del primo Novecento, appassionato di libri antichi, amante di auto d’epoca, ha difeso il Milan durante il processo di Calciopoli, stilato migliaia di contratti di giocatori, compilato il codice di comportamento ad personam per Balotelli mutuato dall’Aeronautica Militare. Ha inventato e brevettato un gioco del calcio da tavolo, il Tulitt, ed è comparso nel film «Come diventare grande nonostante i genitori», nei panni di «un ristoratore stronzo» come il diretto interessato racconta. Oggi assente in via Rosellini (ma c’è chi lo vorrebbe candidare presidente pro tempore), la sua ultima presenza in Lega nella commissione dei diritti tv sarà il 14 dicembre. Al Milan lo sostituirà Mattia Grassani.