Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 04 Lunedì calendario

Il Natale fa rinascere i consumi: spese record

Le statistiche segnalano che, seppur a fatica, gli italiani provano a dimenticare la crisi più pesante del dopoguerra. Almeno a Natale, occasione per sentirsi più ricchi (o meno poveri) una volta l’anno. La conferma arriva dall’ analisi di Coldiretti che, sulla base di un rapporto di Deloitte, quantifica in 528 euro per famiglia la spesa per gli acquisti sotto l’albero, in crescita del 4,4 per cento rispetto a fine 2016. Un dato a prima vista confortante visto che colloca l’Italia al terzo posto in Europa, dietro Spagna (632 euro) e Regno Unito (614 euro). Ma, prima di farsi travolgere dall’ottimismo, occorre rilevare che, sempre secondo l’analisi Deloitte, sette famiglie italiane su dieci concentrano lo shopping nel mese di dicembre. La maggior spesa per le feste dei consumatori di Italia e Spagna riflette, più che altro, una boccata d’ossigeno dopo gli anni più duri. La conferma arriva da un’altra indagine, stavolta di Swg, da cui emerge che solo il sei per cento dei consumatori prevede una spesa superiore ad un anno fa. Al contrario, per 7 italiani su dieci il budget della spesa resta invariato, mentre uno su quattro confessa che spenderà di meno. 
Insomma, dai consumi emerge la conferma che, in assenza di ripresa dell’occupazione e, per chi un lavoro ce l’ha, dei salari, la ripresa non ingrana la quinta marcia. Ma qualcosa si vede. In ogni caso, segnala ancora Coldiretti, la spesa media per le festività di fine anno in Italia risulta superiore del 19% rispetto ai 445 euro della media in Europa dove in fondo alla classifica c’è la Polonia con 258 euro a famiglia. 
Ma dove finiranno i quattrini spesi tra la Natale e Capodanno? La novità più rilevante riguarda il ritorno della voglia di viaggiare. La minaccia del terrorismo non è affatto sgominata ma l’opinione pubblica si è ormai assuefatta al pericolo (anche se molte mete, un tempo tradizionali, restano off limits). Risulta così in forte ripresa il budget destinato ai viaggi (il 24 per cento), una voce che si rileva particolarmente cara ai milanesi: 782 euro a testa, per chi viaggerà durante le festività. Resta stabile la cifra destinata ai regali (il 39 per cento del totale) e per i divertimenti (il 12 per cento), continua a salire la spesa per l’alimentare (un quarto del totale). 
La vera novità riguarda le modalità delle strenne natalizie. Perdono colpi i negozi, cosa che giustifica il pessimismo degli esercenti: nel Bel Paese l’on line accelera ad un tasso doppio che nel resto dell’Eurozona al punto che circa un terzo della spesa per regali degli Italiani (72 euro su un totale di 216) sarà effettuata tramite l’e-commerce. Nonostante la forte crescita non è difficile prevedere che il tasso sia destinato a salire ancora. In Gran Bretagna Amazon e (pochi) altri competitor controllano il 51 per cento delle vendite, situazione simile in Germania (48 per cento) e l’Olanda (44 per cento). Più indietro, con percentuali inferiori al 30 per cento, solo Spagna, Greca e Portogallo o all’eccezione del Belgio, ove è molto radicata da sempre l’acquisto per corrispondenza. 
Il digitale, insomma, sta modificando nel profondo anche la fisionomia di babbo Natale, un po’ per la crescita della tecnologia, molto per la possibilità di offrire prezzi più competitivi, venendo incontro (non sempre) al desiderio di risparmiare del Bel Paese, ancora convalescente dopo la crisi. 
Del resto, la recente indagine dell’Acri sul risparmio ha rilevato che per l’83% degli italiani «la crisi è ancora grave» e la maggioranza si aspetta che per uscirne definitivamente ci vogliano ancora quattro anni e mezzo. Nel frattempo, però, non è il caso di rinunciare al panettone e ad un prosecco doc.