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 2017  dicembre 05 Martedì calendario

Quali sono i pericoli per l’aviazione civile?

I piloti dei voli Korean Air San Francisco-Incheon e Los Angeles-Incheon hanno visto il lancio. Quelli del collegamento Cathay Pacific San Francisco-Hong Kong il rientro nell’atmosfera e la sua esplosione in mille pezzi. Il missile balistico intercontinentale nordcoreano del 29 novembre scorso preoccupa le compagnie aeree e aumenta le incertezze sulla capacità di Pyongyang di gestire in piena sicurezza le ambizioni militari. È l’ottavo razzo dell’anno che cade vicino alle due «autostrade dei cieli» – chiamate Igrod e Avgok – dove passano le rotte dei jet pieni di passeggeri tra i quali una sessantina che ogni giorno collegano il Giappone e l’Europa trasportando circa undicimila civili. 
Che la situazione ad alta quota sia diventata delicata lo conferma un Notam (le informazioni essenziali per comandanti e primi ufficiali, ndr ) del 3 novembre scorso della Faa, l’ente federale dell’aviazione americana: nel bollettino gli esperti hanno stabilito il divieto di ingresso per le compagnie statunitensi nello spazio aereo nordcoreano, andando così a sostituire un precedente avviso che suggeriva di fare attenzione.
Ad agosto era stata Air France ad allargare la no-fly zone anche a ridosso del territorio del regime dopo che un suo jet era passato non molto lontano dal rientro di uno dei razzi di Kim Jong-un. «La porzione occidentale dello spazio aereo del Giappone è diventata una zona a rischio per i velivoli a causa delle traiettorie dei missili dalla Corea del Nord», spiegano gli esperti della società Flight Service Bureau. 
La rottura del protocollo nemmeno aiuta. Pyongyang è membro dell’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile, e come tale dovrebbe anticipare sempre quando ha intenzione di effettuare un test in modo che gli altri Stati possano agire di conseguenza. Ma questo non succede ormai da un paio d’anni dando più concretezza allo spettro di un altro MH17, il volo della Malaysia Airlines abbattuto il 17 luglio 2014 da un missile antiaereo sparato dal confine Ucraina-Russia. Diverse compagnie confermano che l’allerta resta massima, ma che per ora le rotte non cambiano più di tanto. Sono però stati fatti dei piccoli aggiustamenti che portano le traiettorie dei jet più vicine alle isole nipponiche, possibilmente sopra, così da percorrere un corridoio ritenuto finora sicuro. Allo stesso tempo, però, diversi vettori hanno già un piano d’emergenza che prevede l’applicazione di nuovi parametri operativi. 
A preoccupare non è il momento del lancio, ma quello del rientro verso la superficie: il missile balistico potrebbe finire per travolgere un aereo oppure, una volta esploso in aria, i suoi detriti potrebbero impattare con le fusoliere e i motori dei voli commerciali. Secondo gli analisti c’è poca certezza sulla stabilità della tecnologia nordcoreana. Perché se è vero che le autorità di Pyongyang – dopo aver studiato bene le mappe e gli orari di transito dei voli commerciali nell’area – sparano i missili quando sanno che non c’è il pericolo di abbattere dei velivoli, è anche vero che la traiettoria di rientro non è quasi mai certa. E il rischio è che invece di impattare in mare aperto, in uno spazio non trafficato, un razzo potrebbe andare per la sua di strada e disintegrarsi mentre sotto stanno passando decine di aerei. Hwasong-15, l’ultimo lanciato, ha raggiunto una quota molto elevata, circa 4.475 chilometri. I velivoli salgono a non più di 13 chilometri, ben al di sotto, ma non al riparo da eventuali pezzi di metallo che precipitino senza controllo.
«I missili nordcoreani di questi mesi sono più grandi e vanno più lontano di quelli degli anni precedenti – ragionano ancora da Flight Service Bureau —. Ma il lancio del 29 novembre ha confermato che c’è un rischio reale che questi razzi non rientrino nell’atmosfera intatti, con il risultato che non c’è un oggetto da tenere d’occhio, ma migliaia che vanno ciascuno per conto proprio». Per questo, suggeriscono gli esperti, «non resta che evitare non soltanto lo spazio aereo nordcoreano, ma anche una bella porzione sopra il Mar del Giappone».