Corriere della Sera, 5 dicembre 2017
L’aereo di linea che ha «incrociato» il missile di Kim
Un jet di linea della Cathay Pacific, in volo tra san Francisco e Hong Kong la notte del 29 novembre, è stato «sfiorato» dal razzo lanciato da Kim Jong-un. «Abbiamo visto un missile della Dprk (in sigla, la Corea del Nord, ndr ) esplodere e precipitare nei pressi della nostra attuale posizione», ha riferito il pilota al personale di terra. I test di Pyongyang sono un rischio potenziale per decine di jet di linea.
I passeggeri non si sono accorti di nulla. Forse perché dormivano. Ma nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, i piloti del jet di linea Cathay Pacific, in volo tra san Francisco e Hong Kong, hanno assistito a quella che deve essere parsa una scena da film di fantascienza. «Vi informo che abbiamo visto il missile della Dprk (in sigla, la Corea del Nord, ndr ) esplodere e precipitare in pezzi nei pressi della nostra attuale posizione», ha riferito il comandante al personale della compagnia a terra. Informazione che subito è stata girata a tutti gli aerei presenti nell’area: nessuno poteva sapere, a quel punto della notte del 29 novembre, se dalla Corea del Nord sarebbero partiti altri missili.
Tragedia sfiorata, dunque? L’episodio è stato reso noto solo ieri, proprio nel giorno in cui Stati Uniti e Corea del Sud hanno iniziato massicce esercitazioni militari congiunte, le più grandi di sempre, definite da Pyongyang come una «provocazione totale» che spinge la penisola coreana «sull’orlo di una guerra nucleare». Al di là della retorica, e della giusta preoccupazione per un «incidente mancato», in realtà il vettore Icbm Hwasong-15, che ha compiuto una parabola con un’altezza massima di circa 4.500 chilometri (dunque ben oltre i limiti dell’atmosfera), per precipitare nel Mar del Giappone a 950 chilometri dalla Penisola coreana, è comunque caduto a una distanza di sicurezza. I vertici militari nordcoreani, inoltre, prima di dare l’ordine di «accensione» al missile preparato per l’esperimento in tutta segretezza, si premurano – così pare – di scegliere il momento più adatto, ovvero quando il traffico aereo è al minimo. Certo, tutto questo non mette al riparo da eventuali imprevisti, come possibili errori di traiettoria o avarie che provochino l’esplosione anticipata del vettore, con conseguente «pioggia» di frammenti infuocati pericolosissimi, in un’area relativamente ristretta e trafficata.
Washington ha reagito mettendo in campo per le esercitazioni militari con la Corea del Sud centinaia di aerei da guerra, tra cui oltre venti caccia invisibili (stealth). Le manovre, denominate «Vigilant Ace», andranno avanti per altri quattro giorni e vi parteciperanno circa 12 mila soldati Usa. Intanto il capo degli Affari Politici dell’Onu, Jeffrey Feltman, è in visita in Corea del Nord da oggi a venerdì per incontrare autorità con cui discutere «le questioni di mutuo interesse e preoccupazione».