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 2017  dicembre 04 Lunedì calendario

«Comanderà lui?». Da Renzi auguri polemici

Roma «Siamo molto rispettosi di cosa faranno alla nostra sinistra. Io ringrazio Prodi, Veltroni e Fassino per aver cercato un’intesa difficile. Ma resta da capire se a comandare sarà Grasso o D’Alema». Matteo Renzi – intervistato a Che Tempo che fa – commenta così la nascita di Liberi e Uguali, ricordando polemicamente che D’Alema in passato ha attaccato tutti i leader: «Lo ha fatto con Occhetto, Prodi e Veltroni», sbotta. Al presidente del Senato Pietro Grasso, invece, rivolge «un bocca al lupo sincero, sperando che sia una campagna elettorale civile». Di certo resta il rammarico per non esser riuscito a tenere insieme il centrosinistra: «Noi – assicura – abbiamo fatto di tutto per evitare lo scontro». Adesso, però, il quadro politico è definito e si apre una campagna elettorale nella quale il popolo del centrosinistra si troverà davanti a un bivio. «Votare per la sinistra radicale significa fare un favore a Salvini o Berlusconi, penso che un elettore di sinistra farà fatica sapendo che fa vincere loro». 
Fazio lo incalza su chi sarà il leader del centrosinistra, ma Renzi svicola e ripete come un mantra che «ci sono tanti nomi del Pd». Elenca in serie Paolo Gentiloni, Dario Franceschini, Marco Minniti, ovvero «un gruppo dirigente affiatato, una squadra. L’importante – sottolinea – è che il prossimo premier sia del Pd e non Salvini, Berlusconi o Di Maio». Anche se, ricorda Renzi, «io sono il segretario, ho vinto le primarie, due milioni di persone mi hanno chiesto di fare il candidato premier». Salvo poi spiegare: «L’incarico di chi farà il premier spetterà a Mattarella». Probabilmente dopo il turno elettorale nessuno avrà la maggioranza, ma Renzi preferisce non rispondere su cosa succederà dopo la chiusura dei seggi: «È un gioco che non faccio nemmeno sotto tortura». Il segretario Pd prevede una partita a tre: centrosinistra, centrodestra e M5S. E di Berlusconi, ironizza, «sorprende la sua straordinaria capacità di sembrare un passante» e di arrivare a proporre Gallitelli come candidato premier. Fa una smorfia Renzi appena sente il nome dell’ex generale: «Un Paese che ha bisogno di un generale in pensione è un Paese che non sta benissimo. Credo che sia la persona meno adatta». 
Capitolo fine legislatura. Nell’ultimo scorcio si augura che il Parlamento faccia un passo in avanti in materia di diritti civili. Che ne sarà del biotestamento? «Il Pd chiederà la calendarizzazione martedì (domani per chi legge, ndr ) al Senato: penso sia un atto di giustizia. La frase di Salvini, “mi occupo di vivi e non di morti”, è di una violenza inaudita verso i malati di Sla, delle malattie degenerative». E lo ius soli? «Va approvato». 
Spazio anche alle fake news («Senza fare una legge di censura, bisogna evitare che la Rete diventi una pattumiera») e alle critiche di Marchionne e de Benedetti: «Penso che sia normale che finché sei il premier le persone importanti siano con te. quando non lo sei no». Messaggio rivolto anche a Lapo Elkann, che qualche giorno fa su La7 lo ha definito «un micron, non un Macron». E, per questo, ieri sera a Renzi è stato consegnato il Tapiro d’oro da Striscia la notizia.