Corriere della Sera, 2 dicembre 2017
I dieci anni di Iris e i difficili rapporti tra cinema e televisione
L’altrieri, Iris ha festeggiato il suo decimo compleanno con una maratona di film classici. In prima serata ha trasmesso Gran Torino (un bellissimo film, il tremendismo granata made in Hollywood), a conclusione di una giornata di festa cinefila. Iris, canale 22 del Dtt, gruppo Mediaset, ha iniziato a trasmettere a fine settembre 2007 ed è stato il primo canale tematico free dedicato al cinema.
Anche se ammaliati da Clint Eastwood, non si poteva fare a meno di ripensare ai lunghi, difficili e intricati rapporti fra cinema e tv.
A partire dagli anni 50 del secolo scorso, quando il cinema era usato dalla tv come riempitivo, per chiudere i buchi del palinsesto, con deboli criteri di programmazione e con molta casualità. Per finire ai giorni nostri, quando le serie televisive spesso diventano più importanti del cinema, sia dal punto di vista produttivo che da quello espressivo.
I nuovi formati dei televisori permettono adesso una visione più corretta, ma in passato il «piccolo schermo» ha cercato in ogni modo di sopprimere il valore di culto del film.
Intanto, la modalità di scansione video è di 25 fotogrammi al secondo (e non di 24 come il classico cinema sonoro), un piccolo sfregio ritmico foriero di altre trasformazioni: «tosature», «quadrature», «coloriture», risonorizzazioni, interruzioni pubblicitarie, sovrimpressioni, messa in onda del tg tra un tempo e l’altro. Per riadattare allo schermo televisivo i vari formati cinematografici – scope, panavision, vistavision… – un mascherino, prima, e il computer, dopo, hanno provveduto alla «quadratura» dei film, snaturandoli così in maniera radicale, a volte persino con effetti comici indesiderati. Ora va molto meglio.
La tv, come insegna Iris, è vissuta e vive di cinema (ahimè, anche per imposizione di interventi legislativi!), ma è pure vero che senza la tv il cinema (italiano) non esisterebbe più. O quasi.