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 2017  dicembre 02 Sabato calendario

La donna degli squali : sono come figli

Così di attualità, ma anche così immaginifica. La salvaguardia dell’ecosistema, delle profondità marine e delle specie in estinzione, unite a doppio filo all’inconsueta amicizia tra la biologa marina Ocean Ramsey e gli squali. Fisico da modella, bionda come Barbie, ribattezzata Paris Hilton delle Hawaii (dove vive), sembra abbia il dono di far amicizia e «chiacchierare» con i pesci come fa Ariel, la Sirenetta. Ma nel caso di Ocean si tratta di squali. E giganteschi. Non bastasse, il suo compagno, Juan Oliphant, fotografo subacqueo, ha scelto come nickname per Instagram JuanShark: Juan lo squalo, giusto per non lasciar adito a fraintendimenti. «Non siamo sposati e non abbiamo figli – dice Ocean —. Del resto non abbiamo tempo. Lo passiamo immergendoci con gli squali. Sono come i nostri figli». Spiegazione surreale? Spielberghiana? Assolutamente, no. Basta scorrere le immagini su Instagram di Ocean&Juan per aver consapevolezza della serietà del loro impegno. 
Ramsey è istruttore professionista di immersione, apneista, biologa con master in etologia marina e negli squali vede «il miracoloso risultato di un processo di evoluzione di oltre 400milioni di anni. Gli squali hanno bisogno di “una voce” per difendersi: sono più mortali gli esseri umani (hum-animals li definisce in inglese ndr ). La sopravvivenza di questi predatori è essenziale. Sono in cima alla catena alimentare, mantengono equilibrio nell’ecosistema marino».
L’affascinate Ocean è quindi perfetta come ambasciatrice ambientalista scientificamente colta per il marchio North Sails. «Il suo lavoro in difesa degli squali rappresenta un messaggio per sensibilizzare la società sul tema dell’eco sistema in pericolo – evidenzia l’olandese Willem Wijnen, responsabile marketing mondo del marchio, dal quartier generale di Rapallo, dove vive —. Gli oceani sono in grave pericolo. La pesca senza controllo e l’inquinamento, in particolare quello legato alla plastica, li stanno distruggendo. Dobbiamo correre ai ripari». 
Focus ambientalista per un’azienda giunta a un anniversario di prestigio: il 60esimo dalla fondazione. Nel 1957 Lowell North, ingegnere e oro olimpionico di vela, crea il brand: scopo produrre vele da competizione performanti; del 1989 il debutto della prima linea di abbigliamento, dal gennaio 2017 in Ben Mear ha il nuovo direttore creativo. «Abbiamo deciso di collaborare con Off la Ocean Family Foundation, creata da quattro famiglie di filantropi del Regno Unito. Nel 2018 devolveremo alla Fondazione l’1% delle vendite della collezione estiva – spiega Wijnen —. Non solo. Con Off verrà realizzata una capsule di t-shirt “upcycled”, cioè con materiali riciclati, ma lavorati con trattamenti particolari e dall’alto valore aggiunto». Saranno disponibili tra marzo e aprile 2018 e presentati in occasione del Salone del Mobile di Milano. 
Oltre alla Off, il marchio supporta le associazioni One Ocean di Ramsey e Worldrise, creata da una collega italiana della bionda Ocean, la biologa marina Mariasole Bianco. La scelta da parte del brand di sviluppare il rapporto con la fondazione british, nasce dal suo impegno in importanti progetti. «Uno di questi è portabandiera: A plastic planet – prosegue il manager —. Si tratta di un’operazione per far cambiare filosofia alla grande distribuzione e far si che l’utilizzo della plastica venga ridotto al minimo: ogni anno ben 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. Inquinandoli. Un traguardo, quello della riduzione dell’utilizzo della plastica, perseguito anche dal nostro marchio». L’esempio di «vera blue company» di oggi. Ocean dixit.