Corriere della Sera, 2 dicembre 2017
Archeologa, donna e italiana la nuova direttrice del Colosseo
L’archeologa Alfonsina Russo è la nuova (e la prima) direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, così come è stato definito dopo la recente (e discussa) riforma. Alfonsina Russo è stata scelta dal ministro in una terna finale indicata dalla commissione presieduta da Paolo Baratta. Con lei – dopo una selezione internazionale di undici finalisti dopo l’esame di 75 candidature (il 15% provenienti dall’estero)— c’erano Mariarosa Barbera (ora a Ostia Antica) e Giandomenico Spinola (responsabile del Dipartimento Archeologia dei Musei Vaticani). Commento di Franceschini: «Un profilo di altissima qualità che saprà coniugare ricerca, innovazione e tutela per uno dei monumenti più celebri al mondo. Tutte le polemiche sulla scelta di stranieri per guidare i musei o sulla mancata valorizzazione delle professionalità del ministero, erano fuori luogo». Franceschini qui salda il conto con chi dava per scontata la nomina non di un archeologo del ministero ma di un manager straniero. La scommessa è alta. Il Colosseo è una cassaforte dei Beni culturali italiani: chiuderà il 2017 superando i 7 milioni di visitatori (circuito Colosseo-Foro-Palatino), nel 2016 l’incasso ha fruttato 44.430.000 euro. Alfonsina Russo dovrà governare la massa di turisti contemperandola con le esigenze di tutela (i ricorrenti casi di vandalismo), la ricerca scientifica (studi e grandi mostre) puntando anche sulla valorizzazione, sulla capacità di vedere nel «marchio Colosseo» anche uno strumento di crescita economica (grazie all’autonomia gestionale) che possa finanziare tutela e ricerca. Un equilibrio complesso ma non impossibile se verrà realizzato al riparo di antistoriche demonizzazioni del sostegno dei privati e, nello stesso tempo, di tentazioni di privatizzazione di comparti del Parco.