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 2017  dicembre 01 Venerdì calendario

Anche il safari in Africa si fa low cost. Bastano 300 euro


Ogni anno 55 milioni di turisti globali scelgono l’Africa (subsahariana) per le vacanze, numeri che per il continente valgono un giro d’affari di circa 33 miliardi di dollari ogni anno, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per il turismo mondiale. Le motivazioni di un viaggio africano stanno cambiando e sono sempre più differenziate, con la conseguenza di decolonizzare, con nuovi imprenditori africani, il business della savana. In testa al «perché l’Africa» c’è il safari, naturalmente, con la supremazia dei parchi più famosi come il sudafricano Kruger e il kenyota Masai Mara, i resort sull’oceano dal Kenya al Mozambico, gli avvistamenti di balene in Sudafrica (anche questo è safari) e i viaggi dove il turismo diventa esperienziale (degustazioni vini in Sudafrica) o ambientalista. Fra i nuovi visitatori che fanno la differenza numerica ci sono gli ormai onnipresenti cinesi e lo zoccolo duro di americani e inglesi. E cambiano anche i safari: se continuano a prosperare i campi tendati a cinque stelle con costi che toccano facilmente i 1.000 euro a persona al giorno, si moltiplicano le offerte delle agenzie locali che stanno giocano la carta del Safari Low Cost: di norma tre giorni nella savana con trasporti, pasti e alloggi senza fronzoli per creare pacchetti da 300 o 400 euro alla ricerca dei Big Five. I piccoli e medi operatori locali dal Sudafrica alla Tanzania, offrono il vantaggio di saltare costi aggiuntivi di intermediazione e riducono all’osso i costi, utilizzando la Rete come loro miglior alleata. «I numeri di crescita ci sono» dice Bashni Muthaya, il direttore del Turismo Sudafricano per l’Europa del Sud «basti pensare che il World Tourism & Travel Council prevede la creazione di 3,8 milioni di posti di lavoro legati al turismo in Africa entro il 2027». 
I grandi operatori del turismo si sono incontrati in Sudafrica, a Città del Capo, per lanciare le nuove strategie di un mercato che cresce al ritmo del 6% per cento/anno, trend indicato dall’Istituto di ricerca Euromonitor International (euromonitor.com). Mercato peculiare quello dei safari (safar, sfr: le tre consonanti arabe che indicano tutto ciò che riguarda il viaggio), perché riesce a incrociare molte esperienze: il viaggio di famiglia, la sostenibilità che dipende però dal modus operandi delle agenzie, l’incontro con le popolazioni locali. Le orde di mammiferi in migrazione, completare la lista dei top five (rinoceronte, leone, elefante, ghepardo, leopardo) arrivare al cospetto delle Cascate Vittoria e attraversare le pianure dell’Amboseli (parco dove vivono migliaia di elefanti) e dello Tsavo Est ed Ovest (www.kws.go.ke/tsavo-west-national-park sito ufficiale del governo): ecco dove nasce il successo perenne del safari. Da tenere presente che nella bassa stagione (che coincide con quella delle piogge o delle piccole piogge che variano da Paese a Paese) le tariffe possono essere ridotte del 40%. Dal Chobe in Botswana a zone private del Masai Mara: qui i resort di gamma alta hanno prezzi medio alti (fino a 1.000 euro a persona ma si sale ancora per i campi tendati più esclusivi). Nella fascia medio-bassa il best price viene dalla ricerca online, paragonando gli operatori locali: si vive (provati personalmente in Kenya e Uganda fino alle Murchinson Falls) un’ottima esperienza, senza lusso ma con tutti i servizi essenziali. Consideriamo un pacchetto base: viaggio da Nairobi stradale andata e ritorno, due notti in campo tendato, due giorni di pensione completa e quattro guide per i safari. Circa 300 euro per persona: impossibile andare sotto. Lo offre la kenyota Big Times Safaris http://www.bigtimesafaris.co.ke. Da considerare che solo l’ingresso ai parchi ha un costo dai 45 ai 60 dollari a persona. 
L’ugandese Matoke Tours con sede a Kampala ha un’offerta a 1.150 dollari per un trekking di tre giorni (a persona www.matoketours.com/uganda/) per visitare la Bwindi Forest, casa dei gorilla di montagna, prezzo concorrenziale visto che solo il permesso d’ingresso all’area protetta ha un costo di circa 600 dollari. In questo caso la bassa stagione è per i mesi di aprile e maggio e novembre. Altre mete vantaggiose in Kenya sono il safari intorno al Mount Kenya, scenario del film «The Constant Gardener» (www.gametrackersafaris.com). A Kampala, l’ostello Red Chilli Hideaway – propone un safari alle Murchison Falls national park con un campo tendato sul Nilo Bianco e un’escursione in barca sul fiume. Il safari si concentra nella zona del Lago Alberto (tariffe a partire da 400 euro, pasti e bevande escluse 00.256 772 509 150, redchillihideaway.com. ). In Sudafrica l’approccio migliore per un budget contenuto è quello di visitare i parchi nazionali dell’organizzazione South African National Parks, (sanparks.org) responsabile di venti parchi nel Paese australe: fra questi il più famoso è il Kruger (www.parcokruger.it/parco-kruger.php) dove un bungalow per quattro persone costa 96 euro a notte (Ber en Dal Rest Camp) e dove la regola è il self-driving con orari di rientro obbligati, e comunque con la supervisione giorno e notte dei ranger sudafricani.