Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 01 Venerdì calendario

A 22 gradi siamo più socievoli, lo dice la scienza

Il valore magico sarebbe 22 gradi centigradi. Non uno di più, non uno dimeno. Bisogna ancora capire se da soli bastano a evitare i conflitti internazionali. Ma intanto quella viene considerata la temperatura atmosferica ideale per vivere bene. Con noi stessi e con chi ci sta intorno. A sostenerlo è un duplice studio condotto su larga scala negli Stati Uniti e in Cina (oltre 1,66 milioni di individui) dagli esperti degli atenei di Melbourne e Pechino. I risultati – pubblicati nell’ultimo numero della rivista specializzata Nature Human Behaviour – mostrano che le persone residenti in ambienti con una temperatura media annuale attorno ai 22 gradi (centigradi) risultano essere più coscienziosi, socializzanti, estroversi, ben disposti e soprattutto più emotivamente stabili di chi vive in località più fredde o più calde rispetto a quel valore. Altri fattori meteo – come il vento e l’umidità – sembrano non avere un impatto rilevante.
Insomma tutti a Siviglia e ad Atene. Oppure, per stare entro i nostri confini, nel sud della Sardegna, tra Sciacca e Siracusa, a Reggio Calabria o a Bari, tutte aree che secondo l’ultimo dossier dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale hanno avuto nel 2016 una temperatura media di 21 gradi. 
I ricercatori si guardano bene dall’indicare una relazione di causa-effetto: «Ci basiamo sulla semplice osservazione», chiarisce al quotidiano australiano Sydney Morning Herald uno degli autori, Samuel Gosling, docente della Scuola di Scienze psicologiche dell’Università di Melbourne e del Dipartimento di Psicologia dell’Università del Texas ad Austin. Ma lo stesso Gosling fa notare come, tra le altre cose, una maggiore presenza del sole spinga le persone a uscire di più da casa e ad avere un maggiore tasso di interazione con gli altri, finendo così per incrementare anche l’apertura verso gli altri.
«Del resto diversi studi dimostrano come depressione e tendenze al suicidio siano correlate al numero di ore in cui si è esposti alla luce solare», ragiona Paola Iannello, docente di Psicologia della personalità all’Università Cattolica di Milano. L’esperta conferma la solidità della ricerca – «presenta un campione talmente vasto che raramente registriamo per questo genere di lavori» —, ma ci tiene anche a contestualizzare i 22 gradi centigradi. «All’interno di una popolazione il 40-50% delle differenze in termini di personalità è dato dai geni, mentre la parte restante è determinata dai fattori ambientali “esterni” come il contesto famigliare e scolastico, le amicizie e quello climatologico-geografico, quelli che il sociologo Dogana definiva già nel 1993 i “rivoli minori del grande fiume della personalità”». La temperatura media quindi non è determinante, «ma ha un suo peso, seppure piccolo, sul comportamento, è uno dei tanti elementi che contribuisce a determinare questo costrutto complesso e sempre dinamico».
Nel 2012 uno studio sugli ambienti di lavoro aveva fissato in 22 gradi il valore ottimale che favoriva la maggiore produttività in ufficio. Più ci si allontanava da quel numero, meno i dipendenti risultavano efficienti.
Quella temperatura potrebbe quindi anche risolvere le crisi internazionali? «Non mi spingerei a tanto – replica l’esperta della Cattolica —, ma potremmo considerarlo un valore che contribuisce, assieme ad altri fattori, a un approccio di maggiore apertura, dialogo e comprensione». Senza dimenticare – ammonisce Gosling – che sulla Terra incombe il cambiamento climatico. Con il rischio che quei luoghi che oggi sembrano ideali, anche a causa del riscaldamento globale possano finire per diventare meno piacevoli e cambiare la personalità della popolazione. E lì non c’è termostato che tenga.