Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2017  dicembre 01 Venerdì calendario

I 5 fratelli separati 50 anni fa. «Insieme per il primo Natale»

CATANIA Il primo dubbio è venuto due anni fa a Marina Rigazzi, una cinquantenne che ha cominciato a sospettare di non essere figlia unica e di non essere nata con quel cognome, approdata solo in un secondo tempo nella famiglia dove era cresciuta. 
Un dubbio in parte confermato dalle prime ricerche all’anagrafe del suo paese, Butera, a metà strada fra Caltanissetta e Gela. Prima una confidenza, poi un atto pubblico, poi la caccia a parenti, amici e conoscenti, anche con una istanza al tribunale dei minori di Caltanissetta, inseguendo ogni indizio. Fino a trovare un primo fratello, poi una sorella e così via, sulle tracce dell’ultimo pargolo di questa odissea con genitori costretti dal destino a favorire adozioni rimaste top secret per mezzo secolo. Cinque vite separate. E adesso riunite anche grazie a Facebook.
Se non ci fossero stati Internet e il social sul quale la signora Marina ha costruito la pagina chiamata «Cercasi Persona» forse non sarebbe stato possibile scovare «il più taciturno e sensibile», Sebastiano, il più piccolo dei fratelli. Adesso invece c’è pure lui nella foto della famiglia ritrovata dopo questa ricerca che somiglia a un «Chi l’ha visto?» fai da te. «Quest’anno passeremo il primo Natale tutti insieme – sorridono seduti vicini —, noi e tutta la schiera di figli e nipoti». 
Osservandoli, come è accaduto ieri, schierati nel salotto televisivo di Michele Guardì, pronti a raccontare la loro storia a Giancarlo Magalli per «I fatti vostri», si ha l’immagine dell’epilogo felice di una vicenda che ha ovviamente un prologo triste. Quello di due genitori senza un quattrino, senza lavoro, nell’entroterra di una Sicilia dove la speranza negli anni Sessanta era spesso legata soltanto all’emigrazione.
Troppi cinque figli per sfamarli tutti. E per questo i signori Russo decisero di cederne quattro, tenendone uno soltanto, appunto, il più piccolo, Sebastiano. Sorpreso quando un bidello della scuola elementare e due suoi volenterosi concittadini di Mascali l’hanno trovato nella vicina Riposto, fra Catania e Taormina. Qui s’era radicato papà Russo facendo il pastore dopo avere affidato ad altrettante famiglie gli altri quattro bimbi. 
Compreso Salvo, emigrato nel 2013 in Germania dove s’era portato dietro l’eco di una confidenza: «Un mio cugino 35 anni fa mi rivelò l’esistenza di un fratello...». Ma per incastonare le varie tessere del mosaico c’è voluta la determinazione di Marina che, dopo l’istanza al tribunale e la ricerca all’anagrafe, ha rintracciato la sorella Gianna a Vittoria, poco più di un’ora di macchina dalla sua Butera, e Iole, trovata ad Alessandria. Poi Salvo e infine Sebastiano, il più piccolo, localizzato con fatica da Francesco Greco, operatore Ata alla elementare Sant’Anna di Mascali, da un suo amico, Basilio Russo e dalla fioraia del paese, Marisa Russo.
Due Russo, due cognomi che sono una coincidenza. Ma l’omonimia ha fatto scattare il contatto quando da Butera la scorsa estate è stata lanciata la pagina «Cercasi Persona». Pagina che, a missione compiuta, non chiuderà come dice la signora Marina: «Vogliamo lasciarla aperta e visibile a tutti perché anche altre famiglie alla ricerca di un parente o di un amico possano vivere la nostra stessa felicità nel ritrovare una persona cara di cui non hanno più notizia». Appunto, un efficace «Chi l’ha visto?» fai da te.