Corriere della Sera, 30 novembre 2017
Gli italiani preferiscono ancora pagare in contanti
Contrariamente a quella che è spesso la percezione – e il desiderio di alcuni economisti – il contante non sta per sparire nell’uso comune degli europei. Le banconote e le monete sono ancora piuttosto apprezzate e, soprattutto, usate. Uno studio appena pubblicato dalla Banca centrale europea ha calcolato che nel 2016 sono stati effettuati 163 miliardi di pagamenti nell’intera eurozona per un valore di 2.968 miliardi di euro. Di questi, il 96% sono avvenuti in quelli che lo studio chiama Point of sale (Pos), cioè negozi, ristoranti, fornitori di servizi; il restante 4% è riferito a transazioni tra individui, ad esempio dare denaro a parenti o amici, fare offerte alle chiese o a organizzazioni caritatevoli, saldare servizi domestici. Dei pagamenti fatti ai Pos, 124 miliardi sono avvenuti per contante, 30 miliardi attraverso carte e tre miliardi con altri strumenti (assegni, bonifici, tecnologie mobili). Il 78,8% delle transazioni è insomma avvenuto ancora per cash. Il 19,1% con carte di diverso genere e il 2,1% con altri mezzi. È che molti dei piccoli acquisti quotidiani avvengono con l’uso di contante: due terzi di essi sono stati inferiori ai 15 euro, nel 2016. In termini di valore, la quota saldata in contanti dunque è inferiore, il 53,5% del totale (comunque ancora maggioritaria). Le plastic cards hanno invece regolato il 39,0% delle operazioni e gli altri metodi il 7,2%. L’ancora elevata diffusione del cash come strumento di pagamento è sostenuta sia da preferenze e abitudini personali che da elementi strutturali. Lo studio della Bce sottolinea che, quando interrogati, molti europei dicono di preferire pagare con carta ma che spesso è più veloce il cash. La diffusione di carte contacless, di rapido uso, dovrebbe incrementare la percentuale di transazioni non in contanti – prevedono gli esperti di Francoforte. Naturalmente, esistono grandi differenze tra Paesi nei modi di pagare. In Italia, ad esempio, l’ 86% degli acquisti è saldato in contanti (il 68% in valore). E su livelli del genere, sopra l’ 80%, sono tutti i Paesi del Sud Europa ma anche la Germania e l’Austria. L’Olanda, l’Estonia e la Finlandia registrano invece il minore uso di cash, rispettivamente il 45%, il 48% e il 54%. Interessante: quasi il 20% degli europei dice di possedere biglietti da duecento e cinquecento euro come forma di riserva precauzionale (tra gli italiani, il 21%).