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 2017  novembre 29 Mercoledì calendario

Allenamenti ad alta intensità, difesa a tre e verticalizzazioni

MILANO «Se permettete mi sono pure scocciato di quest’immagine legata alla cattiveria agonistica che pur è stata la mia impronta da calciatore. Non sono mica solo “grinta e core”, il patentino a Coverciano non me l’hanno regalato...». Nel giorno dell’insediamento a Milanello, trasformatosi in una sorta di one man show privo di frasi preconfezionate e retorica, Rino Gattuso, già in trance agonistica, presenta dopo poche ore di lavoro con la nuova squadra il Milan che verrà. «Giocheremo con la difesa a tre» annuncia l’allenatore che mutua da Montella lo schieramento difensivo. «Ma alcuni miei concetti di gioco sono diversi: ad esempio a Vincenzo piace il palleggio. Io invece preferisco negli ultimi metri verticalizzare e concretizzare».
Cominciamo dai punti fermi. «Il capitano è e resta Bonucci. L’ho incontrato lunedì con una delegazione della squadra (formata da Montolivo, Zapata e Abate, ndr ). A loro ho chiesto senso di appartenenza e disciplina. Non mi interessa se fuori non si sopportano: anch’io all’epoca non mi acchiappavo con un compagno, ma per lui in campo mi buttavo nel fuoco. E se un giocatore non parla l’italiano, chi conosce la sua lingua deve far da tramite con il gruppo».
In attacco si prevede un tridente. «Ma non so ancora se con una mezzapunta o due. Partita dopo partita vedremo come schierarli. Storicamente le mie squadre hanno incassato pochi gol ma ne hanno pure realizzati pochi». Il materiale umano non manca e non è detto che i ruoli che ora certi giocatori occupano in campo siano immutabili. «Suso è l’uomo che sono più curioso di vedere all’opera. Dicono che possa essere schierato solo in una posizione, voglio capire se è vero o se si può sviluppare un’alternativa». È benevolo con Cutrone («Gioca con il veleno addosso, pare tarantolato»), critico con André Silva: «Ha qualità, sicuramente un grandissimo mercato ma per ora gioca da solo. Deve imparare a lavorare per la squadra, fa belle cose ma a livello personale». 
Certo che se tutti avessero la rabbia e i polmoni di chi correva per i Palloni d’oro in campo, ora il Milan sarebbe in un’altra posizione di classifica. «Il nuovo Gattuso è Kessie, anzi è anche più forte ed esplosivo di me. E ha pure qualche gol nelle gambe. Piuttosto è strano che in questa stagione non si crei gli spazi che si apriva lo scorso anno a Bergamo». Perciò resta un quesito: Rino, qual è la tua formazione? «Non esiste, mi baserò sul lavoro della settimana». Ieri ha iniziato, fra un’imprecazione e l’altra, a chiedere alla squadra abnegazione, orgoglio, senso di appartenenza prima in una riunione nello spogliatoio con Fassone e Mirabelli e poi in campo. La seduta, dicono, si è svolta con un’intensità mai vista prima.